Longo (IG): "Reddito e quota 100 fuori dalla manovra. Perché lo spread scende"
Secondo l'investment analyst i mercati registrano un’apertura da parte del governo verso l'Ue per cercare di far slittare il reddito di cittadinanza e quota 100
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Lo spread Btp-Bund stamane è sceso sotto quota 290, toccando anche i 287 punti base e Piazza Affari corre nonostante l'agenzia di rating Dbrs non preveda “un miglioramento sostanziale della performance di crescita del Paese" e l'indice manifatturiero Pmi di ottobre segnali il primo peggioramento in due anni delle condizioni operative del settore manifatturiero italiano. Un dato che potrebbe avere effetti sulla crescita del quarto trimestre di quest'anno. Cosa sta succedendo sui mercati? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Vincenzo Longo, investment analyst per IG Markets.
Sul mercato secondario dei titoli di Stato lo spread Btp-Bund è in deciso calo, toccando anche quota 287 punti, con il rendimento decennale al 3,36%. Risultato che traina anche la Borsa. Gli asset italiani non risentono del pronunciamento dell'agenzia di rating Dbrs che non prevede “un miglioramento sostanziale della performance di crescita del Paese" e neppure del fatto che l'indice manifatturiero Pmi sia sceso in ottobre a 49,2 punti, con il primo peggioramento in due anni delle condizioni operative del settore manifatturiero italiano. Cosa sta succedendo sull’obbligazionario governativo?
“Due provvedimenti importanti della legge di bilancio come l’introduzione del reddito di cittadinanza e l’istituzione della quota 100 sul fronte previdenziale sono stati spostati dalla manovra e trattati sotto forma di decreto. Fuori dunque dal perimetro dell’ex Finanziaria”.
E quindi?
“Gli investitori hanno letta questa decisione del governo Conte come un’apertura da parte dell'esecutivo italiano nei confronti della Commissione europea per cercare di far slittare la quota 100 sulla legge Fornero e il reddito di cittadinanza. C’è poi anche un clima più disteso sui mercati che potrebbe aver favorito un recupero maggiore dei prezzi degli asset nazionali in maniera più accentuata rispetto a quelli degli altri Paesi, contribuendo, quindi, a ridurre anche lo spread sui decennali. C’è poi un altro aspetto da considerare, anche se è un po’ secondario”.
Quale?
“I dati rilasciati questa mattina sugli indici Poi manifatturieri nell’Eurozona indicano che la situazione è negativa in tutta l’area euro. Trend che sta a significare che il rallentamento dell’economia non è solo una specificità italiana, ma una tendenza che riguarda tutte le economie che appartengono alla moneta unica. Il dato diffuso martedì dall’Istat sul terzo trimestre che ha rilevato una stagnazione, dunque, si può dire diffuso”.
Sul fronte dell’equity invece sembra che i mercati abbiano accolto favorevolmente l’ennesimo segnale di distensione sul fronte commerciale Stati Uniti-Cina. Distensione che potrebbe portare a un accordo fra le due superpotenze già al G20 di Buenos Aires a fine novembre…
“Sì, anche se c’è bisogna segnalare che su questa notizia il recupero medio degli indici azionari europei si aggira intorno al punto e mezzo percentuale. Il mercato ha letto le dichiarazioni distensive di Trump anche come un modo per superare lo scoglio elettorale delle elezioni americane di Midterm, che si terranno il 6 novembre. Una notizia di questa portata, con i cali diffusi che ci sono stati nell’ultimo mese, avrebbe dovuto avere un impatto maggiore sui prezzi delle negoziazioni. Questi livelli di contrattazioni, al contrario, significano che il mercato non si è lasciato troppo convincere. E’ da maggio che si parla di un riavvicinamento fra Trump e Xi Jinping”.
Commenti