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Economia
Luxottica-Essilor, Del Vecchio e quelle frizioni con i Ceo silurati

di Luca Spoldi
e Andrea Deugeni

Sgombriamo il campo da un equivoco: anche se formalmente sarà Essilor, assistita dagli advisor Ubs e Schroders, ad acquisire Luxottica, anche se la sede legale della futura EssilorLuxottica sarà Parigi (complice un paese sempre meno attraente a causa di una burocrazia e di un fisco penalizzante), anche se la quotazione sarà sull'Euronext e non più a Piazza Affari (destinata a diventare una borsa della Pmi), il matrimonio tra il principale costruttore di lenti francesi e il gruppo italiano di occhialeria è un capolavoro di strategia di Leonardo Del Vecchio, che si assicura, come già fatto col business immobiliare, quando cedette Beni Stabili al Fonciere des Regions diventandone l'azionista di riferimento, una quota tra il 31% e il 38% di un colosso da 50 miliardi di euro, difficilmente scalabile.

Un'operazione che ha una forte valenza industriale, visto che come notano gli analisti di Credit Suisse unisce le due più grandi compagnie del settore, ciascuna forte di competenze specifiche e complementari, dando vita a un gruppo integrato verticalmente (che per Goldman Sachs potrà tornare a crescere più del mercato), che registrerà un fatturato di 15 miliardi e un Ebitda attorno ai 3,5 miliardi di euro l'anno, ceteris paribus, e che piace al mercato, tanto che a fine giornata Luxottica guadagna l'8% ed Essilor oltre il 3%. Del resto, se Del Vecchio (presidente e Ceo del nuovo gruppo) si vedrà limitati i diritti di voto al 31% e di fatto potrà lasciare la gestione quotidiana a Hubert Sagnieres (già numero uno di Essilor, destinato ad essere vice-presidente e vice-Ceo con poteri analoghi a Del Vecchio), ogni decisione strategica dovrà avere il suo assenso, tanto più che al di là di un 14,3% di diritti di voto in capo a dipendenti, manager e pensionati del gruppo, il resto dell'azionariato del gruppo francese è frazionato tra una moltitudine di investitori istituzionali come Harbor Capital Advisors (2,7%), Henderson Global Investors (1,91%) o Comgest Asset Management (1%).

Alla luce dell'integrazione annunciata oggi, anche il divorzio tra Del Vecchio l'ex amministratore delegato Andrea Guerra, avvenuto nel 2014 per divergenze su questioni strategiche che la stampa italiana volle identificare nel "costoso accordo con Google" per gli occhiali high-tech per realtà aumentata Google Glass, può essere rivisto sotto una luce molto diversa. E anche quello, dopo soltanto un anno e tre mesi di lavoro, di Adil Mehboob-Khan va riletto alla luce della mega operazione che frullava in testa a Del Vecchio. L'imprenditore di Agordo ha infatti ammesso di aver passato gli ultimi quattro anni a mettere a punto, con l'aiuto di Mediobanca (che ha fronteggiato dall'altra parte del tavolo gli advisor dei francesi Citi e Rothschild), l'operazione e che solo ora sarebbero maturate "le condizioni che l'hanno resa possibile".

Condizioni raggiunte dopo che lo stesso Del Vecchio ha ripreso in mano la gestione, cogliendo, come lui stesso ebbe a dire "la semplicità delle azioni di fronte alla complessità dei mercati e alla crescente pressione competitiva", vista la "difficoltà del management ad affrontare da solo le nuove sfide che si stavano profilando e la necessità di cambiamenti radicali da realizzare, assumendosi anche il rischio legato alle scelte".

Tra le trasformazioni avviate (o già portate a termine), l'integrazione di Oakley, lo sviluppo del business delle lenti oftalmiche, la razionalizzazione della distribuzione in Cina, la valorizzazione dei marchi in tutti i mercati del mondo. Accanto a queste, restano da completare, ma ormai lo si dovrà fare a livello di gruppo transnazionale, la trasformazione del marketing e l'innovazione nei modelli retail delle catene distributive per tenere il passo con la sfida dell'e-commerce.

Molta carne al fuoco, dunque, e mercati che approvano senza riserva alcuna l'operazione, che rischia allo stesso tempo di incidere sui tentativi di difendere il controllo di aziende italiane dall'interesse di gruppi d'Oltralpe come nel caso Mediaset-Vivendi.

(Segue...)

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