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Economia
Macron-Merkel contro l'Antitrust europeo: "Concorrenza, rivedere le regole"

Dopo lo stop di Bruxelles alla fusione nel settore ferroviario Alstom-Siemens, Germania e Francia, anche sulla spinta dell'accordo dello scorso mese ad Aquisgrana, attaccano apertamente l'Antitrust europeo volendo mettere mano alle regole di concorrenza della Ue per favorire il rafforzamento dei campioni industriali e tecnologici del Vecchio Continente. E' la prima volta che Parigi e Berlino affermano esplicitamente e adesso formalmente la necessità di procedere a una revisione così profonda delle regole antitrust europee che sono oggi volte ad assicurare condizioni di concorrenza nel mercato unico.

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L'impostazione franco-tedesca è la conclusione di una discussione ormai annosa: i due governi sono giunti alla conclusione che la difesa dell'industria europea, a fronte delle incursioni cinesi nei settori high-tech e dell'aggressività della Cina dei propri campioni industriali che fondano la loro forza produttiva e finanziaria sul massimo coinvolgimento dello Stato, passa attraverso una modifica delle regole di concorrenza europee che, questo l'assunto, non tengono conto della dimensione globale dei mercati in misura sufficiente. 

Non basta che la Ue cerchi di imporre la reciprocità agli Stati con i quali stringe accordi commerciali e regola gli investimenti. L'Europa, secondo il manifesto presentato a Berlino dai ministri delle Finanze francese Bruno Le Maire e dell'Economia tedesca Peter Altamaier, "deve mettere unificare le sue forze ed essere più unita che mai", viene indicato nella prima riga documento. Nelle cinque pagine ci sono delle idee, che rappresentano già una linea di azione diversa rispetto al passato. 

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Successivamente lo scopo è aprire una discussione a livello dei capi di stato e di governo (la prossima riunione è prevista a marzo) e poi si definiranno proposte precise. L'idea è di procedere lungo le linee interpretative delle regole di concorrenza definendo chiari obiettivi di strategia industriale al 2030.

Il "cappello" politico del "manifesto" è molto chiaro: la forza dell'Europa "dipenderà fortemente dalla nostra capacità di restare una potenza globale manifatturiera e industriale" in settori fondamentali nei quali la concorrenza mondiale è aspra: i settori legati all'intelligenza artificiale, quelli che stanno cambiando a grande velocità come auto e ferrovie, quelli piu' tradizionali ma essenziali come acciaio e alluminio. 

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O si cambia musica, questo il messaggio, o "favoriremo la graduale scomparsa della nostra base industriale". Tre i pilastri della nuova politica industriale europea, all'interno della quale Francia e Germania intendono rafforzare il loro sforzo industriale, progettuale e catalizzatore di investimenti. Il primo pilastro riguarda gli investimenti nell'innovazione. Va previsto uno spazio di finanziamento più forte di quello previsto per i prossimi anni in progetti tecnologici in grado di fare leva e attrarre il capitale privato per soddisfare il bisogno di capitale delle start-up e delle società innovative, sostenendo progetti di eccellenza (sanità, energia, clima, sicurezza ed economia digitale). 

Per diventare leader globali nell'intelligenza artificiale Francia e Germania intensificheranno la cooperazione tra loro creando una rete comune per ricerca e innovazione per coordinare il trasferimento della ricerca al business nei settori sanità, trasporti e robotica. Già è stato definito un progetto di comune interesse europeo sulla microelettronica, ne definiranno un secondo per una nuova generazione di batterie. 

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Entro il 2019 identificheranno i consorzi che includeranno produttori auto per prendere una decisione entro questo trimestre. Obiettivo: avere il via libera della Commissione entro giugno. Altri settori di cooperazione europea idrogeno, processi industriali a basso contenuto di carbonio, sanità intelligente, sicurezza informatica. Lo scorso dicembre la Commissione europea ha concluso che il progetto integrato notificato congiuntamente da Francia, Germania, Italia e Regno Unito a favore della ricerca e dell'innovazione nel settore della microelettronica, è una "tecnologia abilitante fondamentale" e quindi conforme alle norme in materia di aiuti di Stato. 

I quattro Stati membri erogheranno nei prossimi anni finanziamenti fino a 1,75 miliardi di euro a favore di tale progetto che mira a mobilitare 6 miliardi supplementari di investimenti privati. Il progetto dovrebbe essere completato entro il 2024. Due le società italiane coinvolte: Sts Microelectronics, Fondazione Bruno Kessler. Infine, ultimo aspetto del primo pilastro proposto da Francia e Germania il sostegno finanziario del mercato all'innovazione industriale: "Occorre dare all'industria la possiblità di finanziarsi più facilmente sul mercato soprattutto quando le imprese crescono di scala". 

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