Manovra, Di Maio accelera: "Inutile tirare a campare"
Manovra, Di Maio: "Inutile portare avanti questo governo per tirare a campare"
Mentre sale l'attesa per la presentazione della nota di aggiornamento al Def, da Bruxelles, Luigi Di Maio smentisce la richiesta di dimissioni del ministro dell'Economia, Giovanni Tria: "Non c'è in programma nessuna richiesta di dimissioni" assicura il vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo Economico. "In tutti questi giorni - specifica il vicepremier - in cui ho avuto modo di lavorare con il ministro Tria, non ho visto né dogmi né paletti".
Sulla manovra, sottolinea, "è chiaro che ci sono vedute differenti" ma "bisogna superarle per continuare come governo". "Le cose si fanno o non si fanno - scandisce il vicepremier -. Non ho intenzione di tirare a campare. E' inutile portare avanti questo governo per tirare a campare". Tra "politica e tecnici ci saranno sempre dei contraddittori - aggiunge il vicepremier -. E' chiaro che, quando c'è un cambiamento politico così radicale" ci possa essere "una resistenza da parte dell'apparato. Sono sicuro che con il tempo impareremo a conoscerci".
Nella manovra economica, spiega Di Maio, non verranno finanziati "tutti" gli impegni contenuti nel contratto di governo, "ma quello che non vogliamo fare è scrivere nel Def cose che poi non verranno fatte". "Le forze politiche - osserva ancora Di Maio - guardando solo ai numerini e non ai cittadini, si sono autodistrutte". L'intenzione del governo, invece, è di varare "una manovra del popolo, e non dei potenti". "Vogliamo lottare contro i potentati e dare diritti ai cittadini - annuncia il vicepremier -. La manovra sarà ad alto moltiplicatore, una manovra che scommette sulla crescita. Abbiamo bisogno di scelte coraggiose".
Quanto al rapporto con l'Unione europea, Di Maio assicura: "Non ci preoccupa il dibattito con Bruxelles" sulla manovra economica, anche perché "ci sembra di capire che un po' dappertutto sia superata l'idea" di praticare "politiche di austerità".
Nei giorni scorsi la partita si è giocata tutta sui numeri. Da un lato M5S e Lega, che, decisi a portare a casa i principali punti del contratto di governo, puntano alla soglia del 2,4% del rapporto deficit/Pil; dall'altro il responsabile di via XX Settembre e i tecnici che vorrebbero tener fede all'impegno preso in Europa, tenendo l'asticella all'1,6%.
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