Manovra, pressing di Di Maio su Tria: "Un ministro serio trova la risorse"
Pensioni d'oro, intesa M5S-Lega: "Tagli sopra i 4.500 euro netti"
Il leader M5S, Luigi Di Maio, in pressing sul ministro dell'Economia, Giovanni Tria, sulla manovra: "Nessuno ha chiesto le sue dimissioni, ma pretendo che il ministro dell'Economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in grande difficoltà", afferma all'ANSA il vicepremier prima di partire per la sua missione in Cina.
"Gli italiani in difficoltà non possono più aspettare - ha insistito -, lo Stato non li può più lasciare soli e un ministro serio i soldi li deve trovare. Lo Stato è già in ritardo di 20 anni, ci sono famiglie italiane con figli in momentanea difficoltà, giovani senza lavoro, pensionati che con 500 euro non mangiano. Iniziamo a dare i soldi a loro. Poi semmai ci porremo il problema che non ci sono i soldi per dare stipendi a chi guadagna centinaia di migliaia di euro", dice ancora Di Maio.
Pensioni d'oro, intesa M5S-Lega: "Tagli sopra i 4.500 euro netti" - La maggioranza di governo ha trovato un'accordo sulle "pensioni d'oro". "E' stata raggiunta un'intesa nella maggioranza, dopo che è stata accolta la nostra richiesta di specificare nel testo il limite di 4500 euro netti, per non dare adito a interpretazioni capziose", ha dichiarato il capogruppo Lega alla Camera Riccardo Molinari. "Andremo a tagliare le pensioni superiori ai 4.500 Euro non giustificate dai contributi versati a chiunque, ad oggi, abbia preso anche solo un centesimo in piu' di quanto effettivamente dovuto", ha commentato invece il vicepresidente della commissione lavoro alla Camera, Davide Tripiedi.
LA POSIZIONE DELLA LEGA - Nella prossima Manovra, la Lega in particolare ha puntato su una riproposizione di aliquote agevolate per le Partite Iva, desistendo dalla formula iniziale di revisione della tassazione generale che avrebbe portato a un conto eccessivo. E' stata anche presa in considerazione l'ipotesi di abbassare la prima aliquota Irpef dal 23 al 22 per cento, poi abbandonata perché avrebbe disperso troppe risorse per dare benefici di pochi euro.
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