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Economia
Manovra, stop alle mini-cartelle sotto 1000€. Pensioni, da febbraio quota 100

IN CORSO IL CDM PER APPROVARE LA MANOVRA E IL DECRETO FISCALE

M5s e Lega hanno raggiunto un accordo di massima per inserire nella legge di bilancio il taglio delle pensioni d'oro, sopra i 4.500 euro netti al mese. Ma la proposta di legge all'esame della Camera, secondo quanto riferiscono fonti governative, sara' corretta. Per finanziare il reddito di cittadinanza i 5 Stelle puntavano a introdurre nel decreto fiscale anche i tagli alle pensioni d'oro. Una mossa stoppata dai leghisti che hanno dato un sostanziale via libera alla misura in Manovra ma con dei paletti. Salvini e i suoi, infatti, non intendono colpire gli assegni sotto i 4.500 euro, obiettivo degli alleati di governo che avrebbero voluto mettere mano anche alle pensioni sui 3.000-3.500 euro. Non a caso, fonti M5s, hanno fatto sapere che e' previsto un miliardo dalle pensioni d'oro in tre anni a copertura nella legge di Bilancio, il che vuol dire un taglio agli assegni sopra i 4.500 euro netti al mese. 

Manovra, stop alle minicartelle sotto i 1000 euro ante 2010 

Stop alle vecchie minicartelle fino a 1000 euro che saranno stralciate. E' quanto riferiscono fonti di governo della Lega al termine del vertice sul decreto fiscale che si è tenuto a Palazzo Chigi. Lo stralcio "riguarda le cartelle sotto i 1000 euro ante 2010" spiegano le fonti sottolinendo che "si tratta del 25% del magazzino fiscale per circa 10 milioni di contribuenti".

Manovra, aliquota 20% su evasione parziale. Tetto 100mila euro 

 Si pagherà un'aliquota del 20% sulle somme non dichiarate nei cinque anni precedenti, fermo restando un limite di un terzo sull'imponibile dichiarato, con un massimo di 100mila euro. E' quanto riferiscono fonti di governo della Lega al termine del vertice tenuto a Palazzo Chigi sul decreto fiscale. Sarà possibile presentare una "dichiarazione integrativa" riferiscono le fonti "con tassazione al 20 sul maggiore imponibile Irpef dichiarato nei 5 anni precedenti". Previsto un tetto 100mila euro mentre il massimo dichiarabile sarà "1/3 sull'imponibile dell'anno precedente".

IL VERTICE DI MAGGIORANZA PRIMA DEL CDM: INTESA SULLA PACE FISCALE

Dopo giorni di tensioni e una mattinata convulsa nuovo vertice a Palazzo Chigi sulla manovra nel quale, secondo fonti Lega si sarebbe trovata un'intesa sul dl fiscale. Le stesse fonti spiegano che le percentuali saranno "variabili" e consentiranno di sanare il pregresso per chi ha presentato dichiarazioni dei redditi.

Al tavolo con il premier Giuseppe Conte i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini per trovare l'intesa politica in vista del varo in Cdm del decreto fiscale e della legge di bilancio (che dovrebbe contenere il taglio delle pensioni d'oro per un miliardo in tre anni).

Partirà a febbraio la riforma della legge Fornero con "quota 100", si spiega da ambienti leghisti al termine del vertice.

In mattinata Luigi Di Maio aveva disertato un primo vertice a Palazzo Chigi. Il vicepremier era nella sede del governo ma ha deciso di non partecipare alla riunione. "Aiutare i cittadini che sono in difficoltà nelle grinfie di Equitalia è nel contratto. La pace fiscale intesa come misura che strizza l'occhio ai grandi evasori e ai capitali occulti non è nel contratto", avevano affermato voci vicine al vicepremier Luigi Di Maio.

"Sulla pace fiscale andremo fino in fondo", aveva puntualizzato Salvini parlando all'assemblea nazionale di Confimi Industria . "Sui furbetti nessuna transigenza, però ci sono milioni di italiani che convivono con le cartelle di Equitalia che li stanno portando alla disperazione e al suicidio. Uno Stato normale con questa gente ragiona, non continua a condannarla" ha detto Salvini. "

Al vertice a Palazzo Chigi sulla manovra hanno partecipato il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Luigi Di Maio, il ministro dell'Economia, Giovanni Tria. Assente Matteo Salvini, stamane a Monza, per la Lega "con pieno mandato" c'è il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Presenti anche i due sottosegretari Laura Castelli e Massimo Garavaglia.

"La scadenza" per mandare la bozza del bilancio alla Commissione Ue è "stanotte a mezzanotte", quindi "aspettiamo, domani controlleremo" quali stati membri l'hanno mandata a Bruxelles e quali no. Così il portavoce dell'esecutivo comunitario Margaritis Schinas. Al momento, secondo quanto si apprende, solo 4 Paesi hanno già inviato le loro manovre, ma tra questi non figurano i casi più 'delicati'. La scadenza non è comunque tassativa: è già successo più volte in passato, per diversi Paesi tra cui l'Italia, di avere qualche giorno di ritardo. Il premier Giuseppe Conte intende comunque illustrare la manovra ai suoi colleghi in occasione del vertice Ue di giovedì, mentre il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici sarà a Roma lo stesso giovedì e poi venerdì con l'obiettivo di dialogare con i suoi interlocutori italiani avendo in mano la bozza della legge di bilancio.

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