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Economia
Manovra, Tria cede. In arrivo altri otto miliardi di euro. La svolta

E alla fine il ministro Tria ha dovuto cedere. Forse parlare di capitolazione del ministro dell'Economia è eccessivo, ma questa volta c'è davvero un cambiamento di rotta rispetto alla linea filo-Ue e filo-mercati del titolare del dicastero di Via XX Settembre. Venerdì mattina a Palazzo Chigi c'è stata "una riunione molto positiva e il ministro Tria ha preso atto della volontà politica della Lega e del Movimento 5 Stelle di realizzare formule importanti di cambiamento, dal reddito di cittadinanza per gli italiani alla riforma delle pensioni", spiega un esponente del Carroccio che ha partecipato al vertice. "Ora c'è l'impegno di tutti ad affinare le proposte e dello stesso ministro Tria a cercare soluzioni", aggiunge la fonte.

I tecnici della maggioranza sono al lavoro per verificare gli impatti sui conti. "Ora c'è l'impegno di tutti ad affinare le proposte e dello stesso ministro Tria a cercare soluzioni, con l'ottica di realizzare la maggior parte delle misure, anche le più costose, con coperture che abbiano un basso impatto sui conti pubblici e comunque senza aumentare le tasse e l'Iva", spiegano dal partito di Matteo Salvini. Dal vertice sono uscite confermate le misure su quota 100 delle pensioni, nella formula di 62 anni di età e 38 di contributi. Nel menu dei provvedimenti anche la riduzione dell'Ires al 15% per gli utili reinvestiti in azienda in macchinari o in assunzioni stabili. Il sottosgretario all'Economia, Massimo Bitonci, ha specificato che comporta "un risparmio per le imprese di quasi un miliardo di euro".

Ma come si è arrivati alla svolta? Perché il ministro Tria ha almeno parzialmente ceduto alle richieste pressanti di Di Maio e Salvini? Decisivo è stato l'intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il premier ha parlato senza mezzi termini di manovra "coraggiosa" e che dia una "risposta concreta agli italiani". Il capo del governo, anche se con toni differenti, ha quindi sposato la linea dei due capi politici della maggioranza. Poi ci ha pensato il solito Giancarlo Giorgetti a operare una forte moral suasion sul responsabile dell'Economia per fargli capire che non possibile continuare a remare contro i partiti che compongono la maggioranza di governo. Il risultato è che si potrebbe arrivare alla decisione di fissare il deficit-Pil nella nota di aggiornamento al Def intorno al 2,2% rispetto alla volontà iniziale di Tria dell'1,6. Tradotto in soldi, significa che il governo avrà a disposizione circa 8 miliardi di euro in più per portare avanti il reddito di cittadinanza, l'abbassamento della pressione fiscale, la riforma della Legge Fornero e la sterilizzazione dell'aumento dell'Iva.

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