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Economia
Manovra Ue, la risposta del governo. Il 2,4% nel 2019 non si tocca, ma...

Girandola di riunioni e di contatti telefonici per mettere a punto la risposta che il governo deve dare entro il 13 novembre alla Commissione europea sulla Legge di Bilancio. Domani pomeriggio ci sarà un vertice tra il presidente del Consiglio Conte e i due vicepremier, Salvini e Di Maio, che precederà il Consiglio dei ministri. Secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti della maggioranza, l'intenzione è quella di confermare il deficit/Pil al 2,4% per il prossimo anno. "Sia Salvini che Di Maio sono stati categorici, la manovra è già in Parlamento e per il 2019 non si tocca niente", tagliano corto dal Carroccio. L'unica apertura a Bruxelles potrebbe arrivare sugli anni successivi. Non è infatti escluso che l'esecutivo, su pressione in particolare del ministro dell'Economia Giovanni Tria, inserisca nella lettera di risposta all'Ue un impegno ad abbassare ulteriormente il rapporto deficit/Pil per il 2020 e per il 2021, attualmente fissato rispettivamente al 2,1% all'1,8 (già ridotto rispetto alla prima versione del Def). Anche sul debito pubblico potrebbe esserci un ritocco per i prossimi anni. Confermata la discesa sotto il 130% del Pil nel 2019 si potrebbe arrivare ad un calo sotto il 125% nel 2021 (ora nel Def c'è scritto 126,5%).

Si tratta comunque di timide e parziali aperture, accompagnate da un atteggiamento formale e rispettoso, quindi senza volontà di alzare i toni dello scontro. Ma allo stesso tempo, spiegano sempre fonti della maggioranza, la volontà comune è quella di "non cedere di un millimetro" sull'impianto dell'attuale manovra (i punti cardine sono reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni) e quindi i saldi per il 2019, compresa la crescita del Pil all'1,5%, "non si toccano". Nel governo danno per scontata l'apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione Ue e si preparano a contrattaccare. "A causa del rallentamento economico, che non interessa solo l'Italia (anzi...) - spiegano dalla Lega -, già quest'anno Francia e Spagna sforeranno il tetto del 3%, ma perché a Parigi e a Madrid non viene detto nulla?". Sarà questo confronto con due dei principali partner europei uno dei punti chiave della risposta a Bruxelles. Che comunque sarà "ferma ma senza toni da guerra". Anche perché, concludono le fonti, "se avessimo voluto sparare sull'Europa avremmo fissato il deficit/Pil al 3,1%".

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