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Economia
Manovra, Governo al lavoro sul maxiemendamento. Lunedì voto finale in Senato

Dopo il via libera della commissione Bilancio, arrivato giovedi' al termine di una seduta durata quasi 14 ore e conclusa la discussione generale in Senato, la manovra si appresta a percorrere l'ultimo miglio. Lunedi' ci sara' il voto finale, con la fiducia preannunciata dal governo. Weekend di lavoro per l'esecutivo alle prese con il maxiemendamento da presentare in Aula (che dovrebbe, per prassi, recepire il testo approvato in commissione) e per i tecnici della Ragioneria generale che hanno il compito di verificare l'adeguatezza delle coperture delle modifiche introdotte in Commissione.

Necessario armonizzare, ai fini dei saldi di bilancio, il percorso legislativo del decreto fiscale, che contiene appunto una fetta delle risorse per finanziare la manovra ed e', seppur blindato, ancora all'esame del Senato in seconda lettura. Nel maxiemendamento potrebbe quindi essere inserita una clausola per garantire a livello giuridico che i saldi del dl collegato restino invariati.

L'esito del voto e' previsto per il primo pomeriggio, poi la manovra approdera' alla Camera 'blindata' in seconda lettura per l'approvazione definitiva. O almeno questo e' l'accordo raggiunto nei giorni scorsi nella maggioranza anche se non mancano le pressioni per ulteriori modifiche e interventi. Le opposizioni insorgono contro il governo, accusandolo di impedire alla Camera di svolgere il suo lavoro e esaminare il testo della manovra con tempi congrui e potendo intervenire con proposte, avendo annunciato in Conferenza dei capigruppo che "non sara' possibile modificare la manovra".

Lo scorso anno il Pd, allora all'opposizione, denuncio' tramite ricorso alla Corte Costituzionale la "grave compressione dei tempi di discussione del ddl, che avrebbe svuotato di significato l'esame della Commissione Bilancio e impedito ai singoli senatori di partecipare consapevolmente alla discussione e alla votazione". La Consulta allora dichiaro' inammissibile il ricorso ma lancio' un monito sulla "contrazione dei tempi" dei lavori parlamentari: "Per le leggi future, simili modalita' decisionali dovranno essere abbandonate altrimenti potranno non superare il vaglio di costituzionalita'".

La contrazione dei lavori per l'approvazione della legge di bilancio 2019, spiegava la Corte Costituzionale, "e' stata determinata da un insieme di fattori derivanti sia da specifiche esigenze di contesto sia da consolidate prassi parlamentari ultradecennali, sia da nuove regole procedimentali. Tutti questi fattori hanno concorso a un'anomala accelerazione dei lavori del Senato, anche per rispettare le scadenze di fine anno imposte dalla Costituzione e dalle relative norme di attuazione, oltre che dai vincoli europei". Quest'anno e' la Lega, ora all'opposizione, a minacciare il ricorso alla Consulta. Quello che e' certo e' che per evitare lo spettro dell'esercizio provvisorio la manovra dovra' essere approvata entro il 31 dicembre. 

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