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Economia
Mediaset, Berlusconi jr vince: ok alla fusione. Vivendi: avanti con la guerra

Vivendi va su tutte le furie e annuncia una strenua battaglia legale a Mediaset e al suo progetto MediaforEurope (Mfe), la creazione cioè di un holding olandese dove il Biscione, al termine di una fusione fra la holding italiana e la controllata spagnola (Mediaset Espana), intende concentrare tutte le sue attività per dare vita al polo europeo della televisione generalista.

Pier Silvio Berlusconi Amministratore Delegato Mediaset (2)
 

Dopo che il consiglio di amministrazione del broadcaster di Cologno Monzese ha chiuso la porta alla partecipazione in assemblea di Simon Fiduciaria, il trust in cui Vivendi ha conferito il 19,19% del capitale di Mediaset, il colosso dell’enterteinment controllato dalla famiglia Bollorè ha bollato come “illegale” l’assise dei soci che, con una maggioranza di due terzi dei voti presenti, ha acceso il disco verde all'operazione straordinaria che prevede le nozze fra Mediaset e la controllata iberica. 

“L'assemblea odierna di Mediaset è illegale perché il Cda ha impedito a Simon Fiduciaria di votare affidandosi a un'interpretazione della legge italiana che è contraria ai trattati europei”, dice infatti il comunicato di Vivendi dopo il board del Biscione convocato questa mattina. “Mediaset agisce a dispetto dei più elementari diritti dei soci e dei principi di corporate governance con l'unico obiettivo di favorire Fininvest, senza peraltro riconoscere un premio alle minoranze”, aggiunge la nota. 

Vincent bolloré yannick bolloré ape
 

Secondo Vivendi, inoltre, un numero crescente di investitori e soci inizia a dubitare dell'operazione proposta e che essa possa realmente creare valore anche perchè il Cda di Mediaset, attraverso le sue decisioni illegali, ha messo la società in una situazione di incertezza legale.

“Vivendi - si conclude - farà ricorso a qualsiasi strumento legale in tutte le giurisdizioni e i tutti i Paesi rilevanti per contestare la legalità della nuova struttura di operazione proposta, sia in base alle leggi nazionali che a quelle europee”.  La stessa Simon ha dichiarato che valuterà azioni legali

In apertura dei lavori, il presidente del Biscione Fedele Confalonieri ha comunicato che all'assise è stato presente il 62,58% del capitale, considerando il divieto a Simon. Ha votato a favore della fusione, che è il primo passo per far partire Mfe, oltre il 48% del capitale che corrisponde al 78,18% dei diritti di voto, con Fininvest che non ha dovuto quindi faticare per centrare l'obiettivo e trovare alleati (a partire dalla famiglia Doris, 2,99% dei diritti di voto) pronti a sostenere il progetto. Il fronte del no, capitanato da Vivendi, si è fermato al 21,08% dei diritti di voto. 

Il giudice aveva ammesso Vivendi a esercitare il voto, ma aveva definito l'attribuzione della quota a Simon "non idonea a realizzare un'assoluta segregazione delle azioni Vivendi che superano il 10%", ricordando che precedentemente aveva valutato come "non abusiva" la scelta di Mediaset di bloccare Simon. 

Nell'esposto in Consob, Vivendi aveva affermato che il comunicato di sabato scorso del Biscione "fornisce informazioni inaccurate e fuorvianti", capaci di avere influenza sul titolo in Borsa. Mediaset il 22 agosto aveva compiuto un passo simile contro i francesi, che hanno ricordano come "il Tribunale di Milano non può aver accolto le accuse e difese di Mediaset nei confronti di Simon Fiduciaria" e quindi il comunicato del Biscione appariva “in contrasto con i contenuti, le parti coinvolte, gli effetti e gli obiettivi dell'ordinanza".

"L'operazione è caratterizzata dal valore industriale del piano che si pone l'obiettivo di creare un polo europeo leader nei contenuti. Un soggetto che possa permettere a Mediaset  di ampliare il raggio d'azione in altri mercati d'Europa" ha spiegato ai soci presenti il presidente Fedele Confalonieri. Un'operazione che "prevede sinergie importanti per 100 milioni, un dividendo di 100 milioni e un buyback da 280 milioni. Vivendi  non ha fatto opposizioni di natura industriale sul piano proposto e non ha contestato alcuna voce di risparmio", ha aggiunto il presidente del Biscione rispendendo al mittente le accuse del gruppo francese.

Sfumata l’occasione di bloccare la fusione fra Mediaset e Mediaset Espana, Vivendi potrebbe ora esercitare il recesso, ma il prezzo in Borsa si sta allontanando dalla cifra cruciale di 2,77 euro, il valore riconosciuto in caso di rinuncia all’operazione. Gli altri numeri sono chiari: se Mfe nascerà, secondo il diritto olandese Fininvest avrebbe il 47,8% dei diritti di voto, mentre se l'operazione naufragasse, con la maggiorazione da poco varata nello statuto Mediaset, Fininvest avrebbe il 52,1%. Strade diverse ma “win-win” per la finanziaria dei Berlusconi, con Bollorè che sta cercando alternative per uscire dall'angolo.

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