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Economia
Mediaset, ok dei soci al cambio statuto. Simon Fiduciaria riesclusa dal voto

L’assemblea straordinaria di Mediaset (oggi in calo dello 0,57% a Piazza Affari, dove il titolo oscilla a 2,632 euro per azione con poco più di 1,1 milioni di pezzi scambiati finora) ha approvato, come ampiamente previsto data anche la decisione del Cda di non ammettere al voto Simon Fiduciaria (a cui Vivendi ha dovuto a suo tempo consegnare titoli pari al 19,19% dei diritti di voto a seguito della delibera dell’Agcom), le modifiche statutarie col voto favorevole del al 79,85% del capitale presente in assemblea (per le modifiche statutarie è prevista una maggioranza di almeno i due terzi del capitale presente in assemblea, ndr), pari al 48,28% del capitale complessivo.

Contrario il 19,72% del capitale e in particolare Vivendi (cui fa capo il 9,61% del capitale e dei diritti di voto di Mediaset), il cui rappresentante legale ha ribattuto che le modifiche “si limitano a eliminare proposte dello statuto palesemente illegittime che prendevano di mira” il gruppo francese.  Il voto rappresenta un avanzamento del progetto MediaforEurope (Mfe), che andrà validato anche dall’assemblea di Mediaset Espana e che resta comunque di fatto congelato almeno sino all’udienza fissata per il 21 gennaio davanti al Tribunale civile di Milano.

“Dopo tutto questo tempo non abbiamo ancora capito quale fosse l’obiettivo di Vivendi. Dal dicembre 2016 a oggi non abbiamo mai avuto il piacere di ascoltare alcuna proposta industriale proveniente dalla loro sponda che potesse avere un minimo di concretezza” ha rimarcato in assemblea il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri secondo cui il progetto punta a far ritrovare a Mediaset “quelle dimensioni che, vista la concorrenza globale nell’ambito dei new media, ci assicurino un ruolo competitivo nei paesi di riferimento e nell’agone europeo”.

Riguardo poi a ProsiebenSat.1, l’amministratore delegato di Mediaset, PierSilvio Berlusconi, ha ribadito che la quota (15,1%) al momento “sta bene così, ma mai dire mai” e di non aver mai pensato di presentare una lista per il Cda del gruppo tedesco. Prioritario resta anche per il figlio dell’ex premier italiano Silvio Berlusconi “andare avanti col nostro progetto, che ha solide basi industriali. Prevede la nascita di un broadcaster europeo e se i tribunali ci danno l’ok ce la facciamo per il 4 marzo”, sperando che la disputa legale con Vivendi “non sia ancora lunga”. Anche perché secondo PierSilvio “altri broadcaster hanno manifestato interesse a partecipare a Mfe, ma ora tutto è in pausa” in attesa che la contesa si definisca.

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