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Economia
Mediaset, mezza vittoria per Vivendi. Sì al voto, ma senza la fiduciaria Simon

E' un gol al novantesimo in una partita che si annuncia già persa, ma a Vivendi è stata riconosciuta per la prima volta la legittimità dei suoi diritti di voto, almeno per la quota del 9,99%, risparmiata dal congelamento in una fiduciaria. A soli due giorni dall'udienza sul ricorso del gruppo francese per votare all'assemblea Mediaset di mercoledì prossimo, arriva l'ordinanza del giudice di Milano, Amina Simonetti, che accoglie le richieste del socio di minoranza: Mediaset dovrà ammettere al voto il 9,9% di diritti di voto di Vivendi. Niente da fare, invece, per Simon Fiduciaria, che con il suo 19,9% "ragionevolmente", scrive il giudice, non sarà ammessa al voto. "L'esercizio dei diritti di voto per la misura del 19,19% delle azioni da parte di Vivendi attraverso la sua fiduciaria - sottolinea l'ordinanza in possesso dell'Adnkronos - è già paralizzato, allo stato, dalla decisione di Agcom e dal provvedimento cautelare pronunciato" dallo stesso giudice lo scorso anno, che negò a Simon Fiduciaria questo diritto. Provvedimento che sussiste "fino a che la situazione giuridico fattuale non muti o fino alla definizione della causa di merito". Il giudizio di merito è quello intentato da Vivendi contro Mediaset per l'esclusione all'ultima assemblea di aprile, e la cui prossima udienza è fissata il 26 novembre. Ed è proprio in virtù di questo 'congelamento' della quota rilevante, contraria ai limiti imposti dal Tusmar, che il meno influente 9,9% di Vivendi potrà esprimere il suo voto. Anche perché, sottolinea ancora l'ordinanza, non ci sono "ragioni giuridiche sufficienti" per vietare a Vivendi, difesa dagli avvocati Ferdinando Emanuele e Giuseppe Scassellati di Clearly Gottlieb, il voto. Vivendi, però, dopo aver "accolto con favore" la decisione del giudice, va all'attacco: "Se Mediaset dovesse impedire a Simon di votare, l'assemblea sarà compromessa da forti irregolarità. Ne sarebbe fatta denuncia in tribunale. Mediaset sta tentando di impedire i più basici diritti degli azionisti per garantirsi illegalmente il controllo", afferma un portavoce.

 

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