Mediobanca, Del Vecchio al 10%. E Generali sale al top dal 2008
Leonardo Del Vecchio approfitta dell’uscita di UniCredit dal capitale di Mediobanca per salire a un soffio dal 10% di Piazzetta Cuccia. Era lui l’investitore anchor senza volto che fra le 19 e le 20 di ieri sera, attraverso la sua finanziaria Delfin, ha prenotato un pacchetto rilevante a Bank of America, Morgan Stanley e UniCredit Cib (le banche cioè che erano state incaricate di curare il collocamento accelerato) della quota totale dell’8,4% della merchant bank messa in vendita dal numero di Piazza Gae Aulenti Jean Pierre Mustier.
Secondo quanto riferiscono infatti fonti finanziarie, Mr Luxottica ha comprato poco meno del 2,5%, portando la quota dichiarata e depositata in assemblea dal 7,5% a ridosso della soglia il cui superamento richiede l’autorizzazione della Vigilanza Bce.
La rottura di quello che era uno dei legami più longevi della finanza italiana, ovvero della catena Unicredit-Mediobanca-Generali, una volta definito come il salotto buono della City milanese, ha innescato la speculazione degli investitori sul mercato azionario che sono corsi immediatamente a fare incetta di titoli della compagnia triestina. Facendo schizzare le azioni Generali ai massimi dalla crisi finanziaria del 2008, cioè degli ultimi 11 anni, superando di slancio i 19 euro per azione. Quella crisi che ha fortemente penalizzato tutti i gruppi finanziari del mondo in Borsa.
Gli operatori s'interrogano sulle possibili evoluzioni dei rapporti di forza nell'azionariato del Leone, in cui Mediobanca detiene il 13% e il fondatore di Luxottica ha in portafoglio il 4,86%, all'incirca la stessa quota detenuta dal vicepresidente delle Generali Francesco Gaetano Caltagirone.
A fine seduta, il titolo della compagnia assicurativa, che oggi ha anche presentato conti solidi per i primi 9 mesi dell’anno con 2,1 miliardi di profitti, è salito del 3,41% a 19,23 euro, ma dopo un massimo intraday del 3,6% a 19,265 euro, proprio sulle mosse dell’imprenditore di Agordo che, secondo chi segue da vicino le sorti della compagnia assicurativa sarebbe propenso, oltre a preservare l’italianità del gruppo raccogliendo l'eredità da UniCredit, ad innescare quel processo di crescita dimensionale che invece Mediobanca ha sempre frenato a Trieste e che consentirebbe alle Generali di non essere percepita più come possibile preda ad opera di altri colosso assicurativi. Ma come un potenziale predatore nel mercato delle polizze.
@andreadeugeni
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