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Economia
Mediobanca, Poste conferma le quote ma non va in Assemblea: ostacolo per Nagel
Alberto nagel, amministratore delegato di Mediobanca

Poste Italiane conferma l'ingresso in Mediobanca, ma non partecipa in assemblea

C'è la conferma: Poste Italiane entra nel capitale di Mediobanca. L'anticipazione de La Stampa è stata confermata dalla stessa azienda statale. Ma sempre la Stampa scrive oggi che la società non eserciterà il diritto di voto in assemblea. «Per quanto concerne gli investimenti effettuati da Poste Vita», spiega una nota di Poste Italiane, «la compagnia detiene oltre 150 miliardi di euro di investimenti, tra questi anche titoli bancari e quotati, incluso Mediobanca. L’azienda, come da prassi consolidata, non eserciterà il diritto di voto nell’assemblea del 28 ottobre».

A questo punto, sottolinea la Stampa, "per il rinnovo del cda, da una parte ci saranno i nominativi proposti dal board uscente, che partono dalla conferma di Alberto Nagel e Renato Pagliaro rispettivamente nei ruoli di ad e presidente. Lunedì prossimo è invece atteso l’arrivo della seconda lista, promossa da Delfin, che salvo sorprese dovrebbe essere una «lista lunga» con cinque candidati per il consiglio. I nomi non sono ancora noti e gli unici su cui finora il mercato sembra concordare sono quelli di Sabrina Pucci e Sandro Panizza".

Come ricorda la Stampa, "Delfin conta sul suo 20% e sull’appoggio, sostanzialmente scontato, del 10% di Caltagirone. Oltre questo 30% è presumibile che qualche altro azionista sceglierà di votare la seconda lista, probabilmente per dare un segnale al cda".  Potrebbero essere alla fine decisive le scelte di Unipol (1,9%) e della Edizione dei Benetton (2%). Un’eventuale astensione di entrambi, che a ieri non si poteva escludere e anzi qualcuno considerava probabile, manderebbe la lista del cda in minoranza, al di là del voto espresso dai fondi internazionali e dal retail presente in assise", conclude la Stampa.

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