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Economia
Mediocredito Fvg, addio Iccrea. Serracchiani pensa a PopCividale

La banca, al suo massimo con 91 dipendenti nel 2015, fatica ad erogare 20 milioni di euro di finanziamenti al mese nel 2016 e quelli con mezzi propri (non regionali), in continua contrazione di 100 milioni di euro all'anno nell'ultimo triennio sono, da ultimo, scivolati a poco sopra il miliardo di euro. Quando, nel 2015, le erogazioni di nuovi finanziamenti sono state appena di 232 milioni di euro. Una struttura assai più numerosa di quando, qualche anno fa, se ne erogavano ben oltre 600 di milioni all'anno. Insomma, un andamento che forse aiuta meglio a comprendere il perchè Iccrea, dopo ben due anni di verifiche, controlli ed un proprio manager operante all'interno della struttura, sia ancora ritrosa a sottoscrivere la lettera d'intenti, di tenore impegnativo, dopo quella siglata a dicembre 2014.

Per intanto, quindi, le due mosse messe in cantiere "risanamento e ricerca del partner" restano ancora due chimere mentre i progressi, sinora solo ufficialmente declamati, stentano a sostanziarsi nell'attesa semestrale che, almeno stavolta (a differenza dello scorso anno),  non si potrà dire secretata al fine di non compromettere le "trattative" con Iccrea, da sempre unico svogliato player sin qui solo sbandierato e dagli entusiasmi ora definitivamente "raffreddati".

Di là dal bamboleggiare con percentuali di copertura delle sofferenze al 57% (contro il 62% imposto, ad esempio, dalla Bce al Banco Popolare) la cartolarizzazione di crediti per 365 milioni di euro comporterà, a meno di ulteriori accantonamenti tendenzialmente prossimi al 70%, una perdita di una cinquantina di milioni, sempre e solo qualora si perfezionasse la mai sperimentata cartolarizzazione "in house" al 30% (che la Regione dovrebbe pagare ancora una volta con quattrini pubblici  e su cui Bruxelles potrebbe anche aprire una procedura per aiuti di Stato). Se si tiene conto che i mezzi propri al dicembre 2015 erano di 146 milioni di euro senza il risultato della gestione 2016 che, sulle premesse di cui sopra, si potrebbe approssimare ai 40 milioni di perdita del 2015, i mezzi propri a fine 2016, salvo nuova immissione di mezzi freschi, potrebbero assestarsi intorno la cinquantina di milioni di euro. Da qui, il conseguente aumento di capitale già annunciato.

Ovviamente, se anche con la Popolare di Cividale, che vuole accreditarsi presso la Serracchiani e sostituire il Mediocredito come "banca regionale" (con tanto di gestione dei fondi regionali per incassarne le lucrose commissioni), la trattativa dovesse andare in fumo, ben poco potrebbe salvare la giunta della vicesegretaria del Pd dal fiasco clamoroso di due anni di trattative con Iccrea andate in fumo. Il passaggio centrale di un piano di rilancio del gruppo da centrare entro la fine del 2016 e annunciato in pompa magna. A quel punto, con le elezioni regionali alle porte (in Fvg si vota ad aprile 2017), la patata bollente passerebbe alla prossima giunta, decretando il fallimento della mission possible della Serracchiani.

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