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Economia
Mercato immobiliare: cala il costo del denaro, ma non c'è ancora la ripresa
DINGLE BAY – DINGLE, IRLANDA

I numeri sono ancora piccoli ma il mercato immobiliare in Italia comincia ad intravedere primi spiragli di ripresina dopo anni di sofferenza. Gli ostacoli alla vera crescita sono ancora l’alta disoccupazione e l’elevata tassazione delle abitazioni.

Un segnale positivo arriva dai grandi investitori ma la loro domanda è focalizzata soprattutto su Milano e poi su Roma, frenata comunque da carenza di prodotto di qualità nei diversi segmenti di mercato. Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, a Napoli per un convegno della locale associazione dei costruttori, anticipa ad affaritaliani.it che “c’è una domanda potenziale nel Paese stimata in 850mila case che potrebbero essere oggetto di transazione, ma la precarietà del lavoro, la disoccupazione giovanile e la mancanza di lavoratori immigrati in grado di acquistare un’abitazione fanno da freno al mercato delle transazioni. I numeri rilevati nel 2016 sono ancora piccoli, la crisi ha portato via il 30% dei prezzi e l’investimento nell’acquisto della casa è ancora fuori dal radar delle famiglie e della politica. E adesso manca anche la spinta, nonostante il costo del denaro sia più basso rispetto a qualche anno fa. In questo contesto, Milano fa da anticipatore delle tendenze, ma ne  resto del Paese c’è un clima di fiducia diverso e certamente meno positivo”.

I prezzi, comunque, sono in ripresa e nel 2017 dovrebbero salire tra 0,3 e lo 0,8% rispetto al 2016. Secondo l’organismo di studi e ricerche nel 2016 i prezzi medi nominali si sono attestati allo 0,5% in meno rispetto all’anno prima, -1,2% rispetto al Duemila in termini reali. Roma e Milano confermano il predominio incontrastato nel mercato con un andamento dei prezzi superiore alla media nazionale. Ma sono proprio le abitazioni all’ombra della Madonnina ad essere le più appetibili dagli investitori, “soprattutto perché Milano è candidata ad essere la sede dell’Agenzia internazionale del farmaco ed è l’unica in grado di competere con Barcellona. La città di Roma è fuori gara, prima di tutto perché c’è come sindaco la Raggi, poi in quanto la Capitale non è detto che voglia l’Agenzia. E’ una città ferma, mentre le altre capitali europee sono in movimento per attrarre capitali e aziende per il dopo Brexit. Comunque si tratta di una scelta politica”, commenta Breglia. Secondo gli analisti di Scenari Immobiliari è stata la Lombardia a fare da traino in Italia alle compravendite con 109mila transazioni (+20,4% rispetto al 2015 ed il 21% del totale).

Seguono il Lazio con 56mila contratti stipulati (+16,7% rispetto all’anno precedente), Piemonte (+22,4%) e Veneto (+19%) entrambi con 47mila transazioni. Prima regione del Mezzogiorno nella classifica stilata da Scenari Immobiliari per il 2016 è la Sicilia con 32.500 transazioni (+6,6% rispetto al 2015), seguita dalla Campania con 31mila contratti (+14,8%). Ciò che si aggrava, rilevano gli analisti, è il problema abitativo di chi non possiede una casa e ambisce ad acquistarne una; un problema che riguarda circa il 20% della popolazione di cui soprattutto i giovani di età compresa tra i 20 e i 34 anni. Fondamentali per il futuro sono anche due grandi comparti intrinsecamente legati al territorio e in grado di accrescere valore aggiunto e occupazione: le infrastrutture per la mobilità e l’industria immobiliare. In questa fase il primo comparto è frenato dalla carenza di risorse, mentre il secondo appare abbastanza sulla difensiva nel proporre idee progettuali in un ambiente in cui mancano i presupposti di stabilità economica e politica.

Eduardo Cagnazzi

 

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