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Economia
Moda, un altro brand italiano verso il Golfo. Cavalli imbocca la via di Dubai

Un altro brand della moda made in Italy sta prendere la via del Golfo. Dopo il passaggio di Valentino ai ricchi emiri del Qatar, mercoledì o al più tardi giovedì si decideranno le sorti della maison fiorentina Roberto Cavalli. E l’esito, secondo quanto riporta Affari&Finanza, dopo la presentazione delle offerte al Tribunale di Milano per il concordato preventivo in continuità, pare scontato.

roberto cavalli modelle ape
 

Damac, infatti, il gruppo immobiliare di Dubai è il favorito ad aggiudicarsi la griffe italiana, dossier curato per il fondo di private equity Clessidra della famiglia Pesenti che controlla la maison dall’advisor Rothschild (per statuto è arrivato alla soglia limite dell’investimento, non può iniettare altri soldi e il fondatore Roberto Cavalli conserva solo il 10% del capitale), per tre motivi.

Il primo è che avrebbe fatto l’offerta più alta, sia per pagare i creditori sia per ricapitalizzare l’azienda e avviarne il rilancio.

Il secondo è che Damac, interessato a sviluppare i progetti nel settore alberghiero di lusso in collaborazione con la società fiorentina, investirà per riportare la griffe verso l’alto di gamma, quando ora il grosso delle vendite le fa il marchio Just Cavalli in licenza alla Over The Brave di Renzo Rosso. La terza ragione sono le garanzie sull’occupazione: sia per il posizionamento più alto sia perché fanno un altro lavoro, gli arabi sembrano darne di più sia degli americani di Bluestar, sia di Renzo Rosso stesso.

Roberto Cavalli
 

E se come pare, scrive sempre l’inserto economico di Repubblica, la sede fiorentina sarà preservata, amministratore delegato Gian Giacomo Ferraris dovrebbe rimanere a capo della nuova gestione. Sono stati 450 i milioni di euro spesi per il gruppo toscano dall’anno dell’ingresso del fondo Clessidra, un rilancio che dopo la nuova chiusura dei bilanci in rosso nel 2018 ora brucia cassa, perdendo 100 mila euro al giorno.

L’azienda ha cinque linee e 30 licenze in gestione e una struttura dei costi troppo pesante per un giro d’affari che si è progressivamente ridotto. I 110 milioni di investimenti effettuati dal gruppo dal 2017 per nuove aperture in America e Asia e iniziative nel marketing non hanno dato i risultati sperati come anche le nuove collezioni lanciate da Paul Surridge, che hanno allontanato i vecchi clienti senza fare breccia tra le nuove generazioni. 

Secondo le indiscrezioni, oltre al gruppo del Golfo, Blue Star Alliance (prima in pole position) e Renzo Rosso, pare che abbiano bussato alle porte dell’advisor anche lo stilista tedesco Phiipp Plein e Marquee Brands, una multinazionale americana a cui fanno capo marchi come Ben Sherman, Body Glove, Bcbg Max Azria e Bcbg Generation, ma anche l’italiana Bruno Magli.

twitter11@andreadeugeni

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