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Economia
Mps, aumento senza intervento Stato. Bce decisiva. Rumors

L'incastro di tutti i tasselli è complicatissimo. Ma se ogni pezzo dell'ingranaggio andrà al suo posto, la macchina progettata per il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena dovrebbe riuscire ad accendere i motori entro il 29 luglio, forse addirittura il giorno prima con l'annuncio della sistemazione dei circa 10 mld netti di sofferenze e il lancio di un aumento di capitale tra 2 e 3 mld. Lo scrive Il Messaggero spiegando che la ricapitalizzazione, ormai è deciso, sarà un'operazione completamente di mercato, senza nessuna richiesta di garanzia pubblica sull'eventuale inoptato. Ieri e' stata un'altra giornata di contatti e riunioni tra i vertici del gruppo, il consulente (per ora informale) Jp Morgan, la Cdp e il Tesoro. Restano alcuni nodi, dirimenti, ancora da sciogliere. Uno di questi e' legato alla posizione della Bce. Bisognera' capire, spiega il giornale, quanto Francoforte abbia intenzione di tirare la corda.

Anche perche' il rischio e' che si spezzi. Non e' un mistero che tra palazzo Chigi e Tesoro ci sia una certa irritazione su come la vigilanza europea ha gestito la partita di Mps. A cominciare dalla lettera sui 10 mld di crediti non performing di cui liberarsi entro il 2018 che doveva rimanere riservata e invece è stata fatta circolare sulla stampa. Insomma, più che il prezzo al quale Siena cedera' i suoi crediti, è proprio l'atteggiamento di Francoforte che va monitorato. I crediti, del resto, verranno cartolarizzati e per portare il prezzo piu' vicino ai 30 centesimi che ai 20 centesimi, il Governo è pronto a dare una garanzia pubblica anche sulle tranche junior, quelle piu' rischiose.

Ma se la rigidita' della Bce dovesse portare a un fallimento del rafforzamento patrimoniale, il Governo potrebbe decidere di non far scattare il bail-in e il burden sharing andando anche a un contenzioso con la Commissione nel caso in cui non dovesse concedere la flessibilita' contenuta nelle stesse direttive sui salvataggi bancari. Intanto il dossier Npl approdera' domani all'esame del board di Mps; si trattera', secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, di un incontro che non avra' alcun carattere risolutivo, ma che d'altra parte potrebbe servire a fare il punto in vista dell'altro cda, questa volta invece decisivo, del prossimo 29 luglio.

Secondo uno studio di Mediobanca, Monte dei Paschi potrebbe avere bisogno di un aumento di capitale che va da un minimo di 1 mld a un massimo di 4 mld euro. L'istituto di piazzetta Cuccia, tra l'altro advisor di Siena proprio sul tema degli Npl, fa variare in questa forchetta il fabbisogno di capitale che si rendera' necessario dopo la cessione delle sofferenze ad Atlante. E il divario e' giustificato proprio dal prezzo che il fondo paghera' per le sofferenze. In ogno caso, crescono nei palazzi romani l'attenzione e le ansie per la soluzione del caso B.Mps. Tra le formule dell'ultima ora si studia uno sconto fiscale speciale per le banche per incoraggiare la loro partecipazione all'aumento di capitale dell'istituto toscano. Non e' escluso, infatti, un decreto nei prossimi giorni.

Per quanto riguarda la ricapitalizzazione del Monte, l'opzione pubblica, invece, resta in campo, ma il macigno da superare e' la normativa sul bail-in in base alla quale basta un euro di soldi pubblici per far scattare il meccanismo di risoluzione. La trattativa con la Commissione, spiega il quotidiano, resta appesa a un filo. I segnali che arrivano dall'Europa sono poco incoraggianti e tutto e' nei poteri negoziali del Governo che potrebbe tentare la strada della "flessibilita' contro le riforme" che ha gia' riscosso successo sul deficit. In quel caso Cdp o il Tesoro potrebbero intervenire direttamente salvando anche i subordinati. Altrimenti, conclude il giornale, e' gia' pronta la terza opzione: favorire il sistema bancario con sconti fiscali per ammortizzare le sofferenze fin dalla prossima legge di stabilita' in cambio di una piena disponibilita' a ricapitalizzare il Monte dei Paschi direttamente o attraverso Atlante o Giasone.

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