Mps, fondi pronti ad entrare. Oggi summit banche su subordinati. Rumors
Secondo le indiscrezioni, due grandi investitori sarebbero pronti ad entrarenel capitale prima di novembre, sborsando complessivamente 1,5-2 miliardi
Fabrizio Viola, attuale amministratore delegato di Mps, gestirà l'operazione di messa in sicurezza dell'istituto e solo dopo lascera' la guida della banca senese. Lo riporta La Stampa, precisando che sarebbe questo l'orientamento emerso nelle consultazioni tra le banche coinvolte nell'operazione, dopo una serie di nuove indiscrezioni sul possibile addio di Viola. In particolare, secondo alcune fonti, esiste un problema di credibilita' per l'attuale Ceo, ma è difficile cambiare cavallo in corsa nel pieno di un'operazione come l'aumento di capitale della banca senese |
Le banche impegnate nel piano di salvataggio di Mps si riuniscono oggi in un vertice decisivo per dipanare i nodi della complessa matassa della maxi-operazione organizzata per mettere in sicurezza l'istituto senese. Al summit, che vede Mediobanca in cabina di regia, sono invitati i banker di Jp Morgan, Credit Suisse, Citi, Santander, Bofa Merrill Lynch, Goldman Sachs, Deutsche Bank , in prima fila nell'operazione sul capitale pre-garantita fino a 5 miliardi. Da definire, scrive Milano Finanza, la tempistica e la modalità del rafforzamento patrimoniale, anche se tra gli istituti ci sarebbe gia' ampia convergenza sull'ipotesi di conversione dei subordinati in azioni.
La conversione dovrebbe pero' riguardare solo una buona percentuale bond in mano agli istituzionali (oggi oltre 3 miliardi) in modo da ridurre l'entità della ricapitalizzazione intorno a 3-3,5 miliardi, mentre allargare il progetto al retail sarebbe piu' complicato perche' le esigenze di compliance imporrebbero tempi piu' lunghi per redarre i prospetti. Per un istituzionale la conversione sarebbe comunque conveniente perche' oggi le azioni quotano a fortissimo sconto e dopo la pulizia degli attivi potrebbe esserci ripresa di valore. Anche se, secondo gli esperti di Equita, la conversione dei bond subordinati istituzionali in azioni presenta punti deboli perche' si dovrebbe presentare al portatore o uno scenario molto favorevole in caso di conversione o uno scenario molto negativo in caso di mancata conversione.
Sulla tempistica di conversione e aumento di capitale la finestra resta quella di novembre, anche se c'e' forte apprensione per l'esito del referendum. Del resto anticipare i tempi e' quasi impossibile considerata la complessita' del progetto. Intanto diversi fondi internazionali hanno iniziato a studiare il dossier e si ritiene probabile l'ingresso di uno o due anchor investor nel capitale prima di novembre: potrebbero investire complessivamente 1,5-2 miliardi, rafforzando cosi' la posizione patrimoniale del Monte e catalizzando l'interesse internazionale sull'istituto.
Tali soggetti dovrebbero puntare a una permanenza di medio lungo periodo nel capitale. Ai vertici di alcune banche del consorzio si discute ancora sull'opportunita' di introdurre alcuni importanti cambiamenti nell'attuale assetto di vertice per attrarre tali nuovi investitori. Ma la posizione dei sostenitori di un avvicendamento sembrerebbe ancora minoritaria.