Mps, ok di Bruxelles al piano di Viola. Occhi sulla riapertura dei mercati

di Andrea Deugeni
@andreadeugeni

Dopo quello della Bce arriva anche il disco verde della Commissione europea per Mps. Mentre l'European Banking Authority (Eba) ha bocciato Siena nello stress test, Bruxelles ha sgomberato il campo dai dubbi sul piano di rafforzamento dell'istituto senese messo in piedi dall'ad Fabrizio Viola e che secondo BankItalia metterà in sicurezza la banca una volta per tutte.

"La Commissione Ue prende nota del piano annunciato da Mps di lanciare una raccolta di capitali privati. Processo guidato dalle autorità di supervisione e dalle banche interessate. Questo è pienamente in linea con le regole Ue", spiega infatti un portavoce della Commissione europea. "Qualsiasi necessità di capitale aggiuntivo - afferma - dovrebbe in primo luogo essere raccolta dal mercato e/o da fonti private".

Dopo una maratona al vertice, durata quasi dieci ore, la banca senese ha potuto finalmente varare l'operazione di messa in sicurezza targata JpMorgan, Mediobanca e Lazard e che passa per la vendita di tutti i 27,7 miliardi di sofferenze lorde (10,2 nette) e un aumento di capitale fino a 5 miliardi garantito da un pool di otto banche d'affari. Al termine dell'operazione la banca avrà in pancia 20 miliardi di debiti scaduti e inadempienze probabili. Un'operazione che eviterà al Cet 1 ratio (il parametro principe per giudicare la forza patrimoniale di un istituto di credito) di andare sotto la soglia del 5,5% in condizioni di stress sistemico come simulato dall'Eba ieri sera che ha assegnato a Rocca Salimbeni la maglia nera di peggiore banca d'Europa.

Si chiude così l'estenuante trattativa tra Siena, Roma, Bruxelles e Francoforte per cercare di dire finalmente addio alle sofferenze. L'operazione avverrà attraverso la cessione dell'intero portafoglio di sofferenze ad un veicolo di cartolarizzazione al prezzo di 9,2 miliardi (ovvero il 33% del valore lordo che avrà effetti sistemici di repricing) e la successiva assegnazione della junior tranche da 1,6 miliardi agli azionisti di Mps. Atlante bis invece sottoscriverà le mezzanine notes per un importo pari a circa 1,6 miliardi. La tabella di marcia prevede che la banca approvi entro fine settembre il piano industriale (da inviare alla Bce entro il 3 ottobre) e convochi, nella stessa occasione, l'assemblea dei soci per l'aumento tra ottobre e novembre.

L'aumento e il deconsolidamento invece sono attesi entro fine anno. Inoltre, ha spiegato Viola, "nei prossimi mesi capiremo la necessita' reale" di capitale "e se ci sono modi per ridurre l'aumento di capitale" che al momento e' fissato fino a 5 miliardi di euro. Al tempo stesso qualora le tempistiche non consentano alla banca l'implementazione di una struttura di cartolarizzazione che preveda l'emissione di obbligazioni (notes) a lungo termine, si ipotizza di ricorrere ad un finanziamento ponte che ancora non è stato definito. Tra le altre sorprese della giornata anche i conti. La banca ha annunciato infatti di aver chiuso il semestre con un utile netto sopra le attese del mercato a 302 milioni. Il risultato ha beneficiato soprattutto del "provento fiscale di 134 milioni di euro, relativo al trattamento fiscale di talune componenti reddituali connesse all'operazione Alexandria contabilizzato nel secondo trimestre". Inoltre, nel corso dei sei mesi si è ridotta di 1,5 miliardi l'esposizione sui crediti deteriorati lordi. Nel secondo trimestre il calo è stato di 1,9 miliardi grazie alle dinamiche della gestione del credito che confermano il positivo trend dei precedenti trimestri.

Ora, gli occhi sono tutti puntati sulla riapertura dei mercati lunedì, quando gli investitori reagiranno ai risultati degli stress test diffusi dall'Eba. C'è da augurarsi che il travaglio di Siena sia finalmente terminato, anche perché l'operatività bancaria, come dimostrato dalla semestrale, inizia finalmente a girare.