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Economia
Mps, prende piede l'ipotesi stand alone. Barclays punta su Unicredit-Generali

Mps, prende piede l'ipotesi stand alone. Barclays punta su Unicredit-Generali

Il prossimo venerdì 12 aprile, l'assemblea confermerà Andrea Orcel per il suo secondo mandato in qualità di CEO di Unicredit. Questo appuntamento segnerà un momento cruciale per la banca situata a piazza Gae Aulenti, non solo perché potrebbe inaugurare una nuova fase per il gruppo, ma anche perché si colloca in un periodo di significativi cambiamenti nel panorama bancario. Martedì 26 marzo, il Tesoro ha completato una seconda tranche del Montepaschi per 650 milioni di euro, riducendo così la sua partecipazione al 26,5% in Rocca Salimbeni. Questa operazione è stata un successo, con numerosi fondi internazionali che hanno acquistato azioni della banca senese, riducendo lo sconto al 2,4% e permettendo a via XX Settembre di recuperare completamente l'ultimo aumento di capitale. Tuttavia, l'interesse degli investitori non è stato sollecitato solo dai record di performance raggiunti dal CEO Luigi Lovaglio e dalla significativa riduzione del rischio legale.

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Secondo quanto riportato da Mf, c'è la convinzione nel mercato che da Siena possa partire una nuova fase di consolidamento che potrebbe riplasmare il panorama bancario italiano, con l'ambizioso scenario di una possibile fusione tra Unicredit e Generali. Sarà dunque Orcel a compiere la prima mossa? Secondo Barclays, è probabile. Gli analisti del gruppo inglese hanno recentemente pubblicato un report sulle opzioni considerate dalla banca. Il documento analizza i fondamentali del settore bancario italiano, evidenziando che le banche italiane quotano attualmente a un multiplo prezzo/valore netto medio di 0,8 volte, con un rendimento operativo lordo del 11,8%. Inoltre, il CET1 è elevato, mentre il tasso netto di crediti deteriorati è sotto controllo. Tali condizioni sono favorevoli per le attività di fusione e acquisizione (M&A), in quanto le banche offrono rendimenti superiori al costo del capitale.

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Unicredit gode di una posizione favorevole in questo contesto, con un eccesso di capitale di 13,2 miliardi di euro e un CET1 del 13%. Barclays suggerisce che Unicredit potrebbe acquisire la maggior parte dei suoi concorrenti più piccoli in contanti, mantenendo un adeguato buffer di capitale e ottenendo un aumento dell'utile per azione superiore al 20%. Tuttavia, la selezione del partner dipenderà da criteri specifici, come un ritorno sull'investimento superiore al 15%.

Secondo gli analisti di Barclays, i criteri per la selezione del partner potrebbero includere la capacità combinata di mantenere un buffer di capitale adeguato e un payout del 90%. Inoltre, le considerazioni strategiche potrebbero essere decisive nella scelta del partner di fusione. Barclays considera anche un possibile blitz su Generali, ipotizzando un accordo con un premio del 30%, in gran parte pagato in azioni e fino al 20% in contanti. Questo accordo potrebbe creare una grande entità combinata transfrontaliera, con attività bancarie e assicurative sovrapposte in diverse aree geografiche.

Tuttavia, un'eventuale fusione tra Unicredit e Generali comporterebbe anche complessità, come l'integrazione di una rete di agenti bancari e sinergie di costo meno evidenti. Per quanto riguarda Mps, gli analisti ritengono che la migliore opzione possa essere quella di rimanere autonoma, data la solidità della banca che le consente di distribuire una quantità significativa di capitale.






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