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Economia
Nuove tariffe Vodafone in Italia e Vodafone-Idea primo operatore in India
Vittorio Colao CEO del Gruppo Vodafone con Papa Francesco in occasione dell’udienza privata dei vertici Vodafone in Vaticano


La decisione di Vittorio Colao di procedere ad una joint-venture in India non convince del tutto gli analisti: alcuni notano che le joint-venture possono essere un "male necessario" ma il loro successo dipende dalla volontà di entrambi i soci di fare la propria parte. In qualche modo è uno scambio, accettato dal numero uno del gruppo telefonico inglese, tra il rischio industriale rappresentato dall'operare sul mercato indiano e il rischio "diplomatico" rappresentato dal dover avere a che fare con una governante paritetica che vedrà Vodafone (che possiederà il 45,1% della nuova entità che emergerà dalla fusione) rappresentata da 3 consiglieri nel Cda. Cda in cui siederanno anche 3 uomini di Aditya Birla Group (finora azionista di maggioranza di Idea), che del nuovo gruppo avrà il 26% del capitale, più 6 consiglieri indipendenti.

Da notare che nel capitale saranno rappresentati anche altri azionisti col rimanente 28,9%. Con questo accordo Colao riesce a ridurre l'indebitamento netto di Vodafone di circa 8,2 miliardi di dollari, ma il mercato non sembra entusiasta della mossa, che pure dovrebbe contribuire a ridurre le difficoltà e la leva finanziaria necessaria ad operare su un mercato che rappresenta oltre il 10% dei ricavi del gruppo, tanto che il titolo ha chiuso stasera in calo dello 0,43% a 210,5 pence per azione a Londra. L'accordo, che non dispiace agli analisti di Berenberg visto che valuta a premio le attività del grupo britannico e "apre la porta a sinergie significativamente più ampie di quanto ci attendevamo", non include il 42% che Vodafone possiede in Indus Towers, altra joint-venture tra il gruppo inglese e una divisione di Bharti Airteland Idea.

Ma sia Vodafone sia Idea hanno già fatto sapere che intendono ridurre la loro esposizione al mercato delle torri di trasmissioni, valutando anche un'eventuale cessione delle loro quote nella join-venture. In Italia il gruppo Vodafone ha circa 11.500 torri di trasmissioni e per il momento non sembra intenzionata a cederle, nonostante un consolidamento che potrebbe ripartire se, come riferiscono alcuni rumor, tornasse d'attualità l'ipotesi di una fusione Rai Way-Ei Towers che già due anni fa fu tentata senza successo su iniziativa del gruppo Mediaset ed ora potrebbe prendere le mosse dalla Rai. Ma poiché la strategia di Colao sembra essere molto legata allo scenario di mercato, non è detto che le cose non possano cambiare.

Luca Spoldi

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