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Economia
Pensione. Ecco come andarci a 46 anni e con 60 miliardi di dollari

In pensione a 46 anni e con 60 miliardi di dollari?

 

Non è una nuova proposta del Governo ma si può’,alla faccia di quota 100 o della riforma pensionistica di Macron, a due condizioni: di cognome devi fare Page o Brin e di nome rispettivamente Larry o Sergey.

 

E poi, particolari non banali, devi essere un genio dell’informatica ed aver studiato all’Università di Stanford, quella riservata proprio a chi il quoziente intellettivo lo ha più alto della Tour Eiffel.

In pensione a 46 anni e con 60 miliardi di dollari

Si  proprio così, perché i due, Larry Page e Sergey Brin, conosciuti da tanti ma non così famosi come l’altro genio di Facebook, Mark Zuckerberg, a 20 anni circa ebbero l’intuizione e le capacità tecniche di creare Google, la realtà più formidabile nel mondo internet.

 

E poi non guasta avere anche un po’ di fortuna e fiuto negli affari.

 

Infatti dopo un anno i due amici già volevano vendere quella loro nuova piattaforma per un ‘solo’ milione di dollari.

 

Fortunatamente per loro non ci riuscirono perché nel 2002, questa volta in accordo decisi, rifiutarono un’offerta da Yahoo di 3000 milioni di dollari.

 

Da quel momento cominciarono a comperare e non a voler vendere acquisendo Android, YouTube, sviluppando Chrome e molto altro in settori differenti e creando Alphabet, l’azienda madre.

 

Ora il valore di Borsa di Google è di oltre 900.000 milioni di dollari.

 

Poi matrimoni più o meno riusciti ed altri casi della vita portarono ad un periodo di rottura tra i due soci amici che sparirono dalla scena pubblica. Per Larry Page non fu nemmeno un grosso problema dato che un piccolo disturbo alle corde  vocali gli ha creato a lungo difficoltà a parlare.

In pensione a 46 anni e con 60 miliardi di dollari

Ora, con progetto studiato cinque anni fa hanno deciso di lasciare in mano la loro imponente creatura ad un ingeniere indiano di assoluta fiducia , Sundar Pichai.

 

 

Adesso sembra avverarsi il sogno di Brin che diceva di volere ‘ una importante azienda, tanti soldi e soprattutto lavorare poco’.

Poco lavoro ma tanti progetti futuristici per le idee di Page e di Brin, sempre molto più innovatori piuttosto che gestori.

 

Di fronte ai mille problemi legati alla gestione di un colosso mondiale come Google i due hanno preferito mettersi un poco da parte, pur avendo il controllo della compagnia, e dedicarsi ai sogni di innovazione e alla filantropia.

 

Importanti donazioni sociali portano la firma dei due giovani ‘Einstein’ dei giorni nostri, mai come adesso pensionati non d’oro ma di platino.

 

 

 

 

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