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Economia
Pensioni, riforma: ecco le 5 proposte del governo. Pensioni, tutte le novità

Riforma delle pensioni in dirittura d'arrivo? Ecco le cinque proposte che fatte dal governo ai sindacati.

La parola chiave è Ape (anticipo pensionistico): misure per i precoci, ricongiunzioni non onerose, quattordicesima e lavori usuranti. Niente da fare per la quota 41, considerata troppo dispendiosa per i conti pubblici. Dimentichiamoci quindi una vera flessibilità in uscita: andare in pensione in Italia continuerà a essere sempre più difficile, come hanno certificato gli ultimi dati Inps su pensioni di vecchiaia e assegni sociali. E gli 80 euro anche ai pensionati? Niente da fare anche in questo caso, nonostante gli annunci del premier: le nostre pensioni continueranno a essere magre (basti pensare che quelle sotto i mille euro solo il 38%).

Pensioni, riforma: le ultime novità dal governo (fonte http://www.newspedia.it)

1) L’Ape: Tommaso Nannicini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è l’ideatore dell’anticipo pensionistico, misura destinata a chi ha un’età superiore ai 63 anni. Come funziona? Parliamo di un prestito bancario assicurato, sotto la tutela dell’Inps, della durata di venti anni. Non solo: le pensioni saranno anche decurtate di una certa percentuale, variabile a seconda dell’ammontare del trattamento pensionistico e del numero di anni di pensione anticipata (minimo uno, massimo tre). Detto in parole povere, si tratta di accendere un mutuo alla veneranda età di 63-65 anni, con il quale la banca finanzia gli assegni mensili precedenti all’accesso alla pensione vera e propria, per poi essere indebitati per 20 anni, cioè fino a 87 anni! Avete paura di morire prima di riuscire a saldare il vostro debito con la banca? Tranquilli: ci pensano le assicurazioni a coprire il rischio di decesso prematuro.

In poche parole: dopo una vita di lavoro, per andare in pensione un po’ prima dovete indebitarvi fino alla tomba. Chi ci guadagna? Banche e assicurazioni. Chi può accettare simili condizioni capestro? Ovviamente solo chi non ha altra scelta, cioè gli over 63 rimasti senza lavoro e senza pensioni.

2) Precoci: avete versato contributi prima dei 18 anni di età? Siete in buona compagnia allora: si calcola che i lavoratori in questa condizione siano almeno 3,5 milioni, con stime che vanno a un massimo di 4,8 milioni. Questi lavoratori precoci potrebbero andare in pensione con 41 anni di contributi più il bonus che il governo Renzi dovrebbe riconoscere per i contributi versati fra i 14 e i 18 anni di età, aumentandoli di 4-6 mesi per ogni anno lavorato. Il numero di uscite anticipate potrebbe essere difficilmente sostenibile per la nostra spesa previdenziale, si cerca quindi di ridurlo. La quota 41 resta un sogno.
Governo Renzi e pensioni, ultime novità oggi (29 luglio 2016): si parla anche di quattordicesima, lavori usuranti e ricongiunzioni

3) Quattordicesima: due le possibilità per rimpolpare le quattordicesime percepite dai pensionati. Circa 80 euro in più a chi già è beneficiario, cioè che riceve pensioni intorno ai 750 euro al mese, oppure aumentare la soglia di reddito che dà diritto alla quattordicesima, portandola  1.250 euro mensili. In questo modo la platea di pensioni si estenderebbe da 1,2 milioni a 2 milioni e mezzo. E’ forse qui che il governo Renzi si gioca di più la partita del regalino elettorale pre-referendum: 1,3 milioni di pensionati in più con il diritto alla quattordicesima, un bel bacino elettorale.

4) Ricongiunzioni non onerose: avete versato i contributi in gestioni diverse? Saprete allora che la ricongiunzione è piuttosto costosa: questi oneri potrebbero essere eliminati. Come? Cancellando il requisito minimo per la singola gestione e facendo valere la somma delle diverse gestioni sia per le pensioni anticipate che per quelle di vecchiaia.

5) Lavori usuranti: Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, ha annunciato interventi anche in questo settore, con un possibile blocco dell’aspettativa di vita e dei calcoli ad essa legati.

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