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Economia
Piazza Affari rimbalza e chiude a +0,84%. Lo spread in netto calo sotto 300
LaPresse

Le Borse europee hanno chiuso in rialzo, sui livelli visti per ampia parte della seduta (Madrid +0,7%, Londra +0,5% circa e Parigi +0,43%; chiusa Francoforte per festività), mentre Milano (+0,84% il FTSE MIB, dopo essere arrivato a +1,3%) ha rallentato il passo rispetto ai guadagni precedenti, pur confermandosi la migliore del Vecchio Continente. Lo spread è in netto calo rispetto alla vigilia e ha chiuso a 285 punti dopo essere sceso fino a 280.

A beneficiare del rialzo di Milano sono stati innanzi tutto i bancari, dopo essere stati fortemente colpiti ieri dalle vendite, a partire dal Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Banca Generali, Banca Pop Er, Mediobanca come Ubi Banca, Unicredit. Bene anche Carige e Mps. Oltre alle banche, gli acquisti si concentrano su Azimut, che ha completato l'operazione di buyback annunciata a luglio, Enel, sostenuta dal buon andamento delle utility nel Vecchio Continente, e Recordati: secondo il Sole 24 ore la società avrebbe chiesto ad un pool di banche un finanziamento di 500 mln in vista di nuove acquisizioni. Tiene bene Telecom Italia dopo la chiusura della gara per il 5G e nonostante il prezzo ben superiore alle attese. Ieri il titolo aveva segnato però un altro calo del 2%, sfiorando i minimi storici del 2013. In coda al listino Moncler e Luxottica Group. Fuori dal listino principale, Astaldi rimbalza ed è subito fermata in asta di volatilità, mentre secondo indiscrezioni proseguono le trattative per il terzo Ponte sul Bosforo. In netto calo Trevi dopo le indiscrezioni secondo cui il cda previsto per oggi per il rafforzamento patrimoniale è stato rinviato al 10 ottobre.

Tria rassicura: "Deficit giù dal 2020"

"Il profilo di andamento del deficit vedrà nel 2019 un aumento contenuto rispetto al 2018 e un graduale ridursi negli anni successivi". Il ministro dell'Economia Giovanni Tria prova a rassicurare nuovamente i mercati e Bruxelles (il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici ha giudicato un buon segnale la revisione della "traiettoria pluriannuale" sul disavanzo) spiegando che "per impostare la manovra il governo parte da un tendenziale del 2% nel 2019, se aggiungiamo 0,2 punti per gli investimenti si arriva gia' al 2,2% e' pur con un deficit che ci allontana dall'obiettivo di saldo strutturale concordato con l'Europa non mi pare che siamo in una situazione di finanze pubbliche allegre".

LE STIME DE CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA/ Quest'anno la crescita del Pil si attesterà "all'1,1% nel 2018 e allo 0,9% nel 2019" in "ribasso di 0,2% punti" per entrambi gli anni rispetto alle previsioni di giugno. Le stime - rileva il Csc - "non incorporano le intenzioni del Governo" in attesa della legge di Bilancio ma, tra vari fattori, "pesano" anche "l'aumento dello spread" e - spiega il capoeconomista Andrea Montanino - "l'incertezza" sulla "capacità del Governo di incidere sui nodi dell'economia" e sulla "sostenibilità del contratto di Governo" che causa "meno fiducia degli operatori".

Le parole del numero uno del Tesoro sono arrivate dalla presentazione del rapporto del Centro studi di Confindustria, rapporto secondo cui l'economia italiana crescerà meno delle attese, soprattutto di quelle di questo governo.

Tria ha spiegato quindi che "una parte del deficit programmatico va agli investimenti addizionali pari a 15 miliardi nei prossimi anni" e ha assicurato " l'impegno a ridurre in modo costante il debito verso l'obiettivo concordato con l'Europa con un'accelerazione rispetto al passato".

L'economista della Sapienza ha concordato sul "rallentamento dell'economia mondiale e dell'Eurozona che si riflette sull'Italia con il rallentamento dell'export, dei consumi e anche degli investimenti privati. Ma il vero problema al di la' della fase congiunturale e' che da 10 anni la crescita e' piu' bassa della media europea e questo incide sul tasso di occupazione".

In questo senso si spiega la necessita' di orientare la manovra alla crescita, con "un cambiamento profondo della politica economica e di bilancio che finora non hanno consentito la riduzione della disoccupazione e del debito pubblico. Nel corso della legislatura - ha detto il ministro - e' auspicabile che gli investimenti ritornino ai livelli pre-crisi e si recuperino spazi finanziari".

Parole che hanno incontrato il consenso del presidente della Confindustria Vincenzo Boccia, secondo cui "è possibile sforare i target concordsati con Bruxelles se lo sforamento porta crescita e riduzione del debito".

Allo scopo di accelerare gli investimenti il ministro ha ribadito che sara' creata una task force ad hoc entro fine anno. Sulle misure della Legge di Bilancio Tria ha confermato che "gli spazi delle promesse andranno trovati nel corso della legislatura", che "gli aumenti Iva nel 2019 saranno cancellati" e che per la Nota di aggiornamento al Def si stanno ancora limando i dettagli.

 

 

 

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