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Economia
Borsa, Piazza Affari sprofonda: -4,83%. Nuovo tonfo del petrolio

Mercoledi' 'nero' per la Borsa Italiana che in linea con gli altri listini europei ha continuato ad accusare la debolezza dell'economia cinese, le tensioni geopolitiche internazionali e la continua discesa delle quotazioni delle materie prime, a partire dal petrolio. Al termine di una giornata condotta sempre negativamente, il Ftse Mib e' crollato del 4,83% e ha perso anche quota 18mila punti (17.967); All Share -4,79%. Sui listini di Piazza Affari, sui quali si e' abbattuta una raffica di sospensioni, ancora vendite copiose sui bancari, affondati anche dalle tensioni tra il governo italiano e la Commissione Ue che minacciano di compromettere il percorso per la formazione di una bad bank.

Le borse europee chiudono in profondo rosso, affondate dal continuo calo del prezzo del petrolio, (Wti sotto 27 dollari), sceso ai minimi da 12 anni, e dal tonfo delle piazze asiatiche (preoccupa in particolare la fuga di capitali da Hong Kong, che mette a repentaglio l'agganciamento tra la valuta locale e il dollaro americano). Preoccupa la tenuta dell'economia mondiale dopo il ribasso delle previsione del Fmi. Wall Steet imita i listini europei, con perdite di oltre il 2%, soprattutto nel settore energetico. In Europa, Milano e' la peggiore, sotto pressione anche per i bancari, con Mps che praticamente dimezza il suo valore di capitalizzazione. A Piazza Affari l'indice Ftse Mib cala del 4,83% a 17.967,91 punti. A Londra petroliferi e minerari affondano il listino del 3,46% a 5.673,58 punti. Francoforte arretra del 2,82% a 9.391 punti e Parigi del 3,45% a 4.124,95 punti.

Seduta drammatica in particolare per Monte dei Paschi di Siena che non arresta il tracollo in Borsa, nonostante il divieto alle vendite allo scoperto disposto dalla Consob. Il titolo non riesce neppure a fare prezzo in avvio di contrattazioni e quando entra negli scambi segna un passivo in doppia cifra. Alla fine di una giornata pesante per tutti i mercati, il Monte dei Paschi lascia sul terreno un pesantissimo 22%. Precipita sempre di più anche la capitalizzazione di Borsa a 1,5 miliardi circa. A nulla sono servite le parole dell'amministratore delegato Fabrizio Viola che, prima dell'avvio delle contrattazioni, in una nota ha cercato di rassicurare il mercato, dicendo che "le prime evidenze relative al 2015 confermano che l'attuale andamento del tutto anomalo del titolo Mps non ha alcun riscontro nei fondamentali della banca che anche nel corso dell'ultimo trimestre sono migliorati, confermando il trend evidenziato nei primi nove mesi dell'anno". Il titolo dall'inizio dell'anno ha più che dimezzato il suo valore. Sul fronte del risiko bancario, il Corriere della Sera scrive che Ubi Banca resta interessata al dossier Mps, che si intreccia con quello Bpm. Un ipotetico matrimonio Ubi-Bpm potrebbe contare du un Cet1 ratio pari a circa il 12,4%, livello superiore di 300 punti base a quello richiesto dalla Bce. Il capitale in eccesso potrebbe essere utilizzato per acquisire Mps, creando un polo paragonabile a Unicredit e Intesa Sanpaolo. Il nodo governance però resta al centro della discussione e il matrimonio Banco Popolare-Bpm resta quello più probabile, a questo punto Ubi potrebbe puntare direttamente a Siena. Nel frattempo dall'isituto è arrivata una precisazione. "Lo escludo assolutamente. Non ci sono sollecitazioni del governo a intervenire su Mps". Lo afferma l'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, parlando a margine di un convegno al ministero dell'Economia. ?"Il sistema è solido e gestirà questa crisi", aggiunge l'ad.

Dall'altra parte dell'Oceano Wall Street ha aperto in deciso ribasso seguendo la scia delle ingenti vendite sulle piazze asiatiche ed europee. Sui listini Usa pesano inoltre i deboli dati sul mercato immobiliare. L'indice Dow Jones perde l'1,20% a 15.823 punti, lo S&P 500 cede l'1,19% a 1.859 punti, il Nasdaq scende dell'1,31% a 4.418 punti. Dopo l'avvio accelera il ribasso.

 

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