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Economia
Pil, crescita debole fino a gennaio.Confindustria: via 6 miliardi alle imprese
LaPresse

"Dopo la stagnazione del Pil nel terzo trimestre, e' attesa una crescita debole nel quarto. Gli indicatori non mostrano un'inversione di tendenza". Lo scrive il Centro studi di Confindustria nella Congiuntura flash, segnalando che la produzione industriale recupera appena (+0,1% in ottobre, stima CsC dopo -0,1% nel terzo trimestre); la fiducia delle imprese peggiora, specie nel manifatturiero, con il calo degli ordini interni associato all'accumulo di scorte; i giudizi sono piu' negativi anche nel Pmi.

Tra le famiglie, invece, la fiducia e' quasi stabile. Il CsC, guidato da Andrea Montanino, segnala il rallentamento del commercio mondiale per le tensioni commerciali, con un nuovo calo dell'export italiano a settembre; deboli anche Francia e Germania. In Italia la domanda interna resta fiacca nel quarto trimestre e peggiorano le attese sui bilanci familiari preludendo a prudenza nella spesa. L'occupazione nel terzo trimestre e' piatta, il che puo' riflettere la crescente sfiducia nelle prospettive di trovare lavoro.

I mercati finanziari sono in attesa: a novembre il rendimento del BTp decennale si e' attestato al 3,42% medio (3,50% a ottobre); lo spread sul Bund e' a 301 punti e le quotazioni di Borsa hanno recuperato l'1,8% dal minimo di ottobre. Dopo il downgrade di Moody's, S&P ha abbassato l'outlook a negativo senza toccare il rating. Il trend negativo dei tassi e' correlato al definirsi delle misure del Governo: l'ampia deviazione dalle regole Ue tiene alto il rischio di una procedura di infrazione.

L'espansione dell'Eurozona ha rallentato, ma nel quarto trimestre si attende un rimbalzo poco sotto i ritmi della prima meta' 2018. La domanda interna e' solida, ma il contesto esterno meno favorevole. Il Qe e' al capolinea e dal 2019 potrebbe crescere il costo del credito. Negli Usa la crescita resta forte, mentre la Cina frena; in Brasile risale la fiducia, l'economia russa accelera, cosi' come l'India. Il prezzo del Brent e' caduto a 70 dollari a novembre malgrado i timori per l'estrazione in Iran.

Il CsC di Confindustria denuncia anche che le imprese non finanziarie, banche e assicurazioni sono contributrici nette della Manovra: per il 2019 il totale degli interventi previsti togliera' risorse alle aziende per oltre 6 miliardi. I tecnici di Viale dell'Astronomia fanno sapere che "cio' penalizza la competitivita' e rischia di frenare la crescita, gia' in evidente rallentamento, rendendo ancor piu' complesso raggiungere l'ambizioso obiettivo di espansione del Pil nel 2019 indicato dal governo". 

Il CsC riepiloga le misure che colpiscono le imprese: abolizione di Ace e Iri, con un aggravio di tassazione sulle imprese per 2,2 miliardi nel 2019 e 1,7 miliardi nel 2020; una mini-Ires che "suscita perplessita'" di merito e operative; le limitazioni di Industria 4.0; lo stop a super-ammortamento e credito d'imposta formazione 4.0, il taglio di risorse per l'iper-ammortamento; le "consistenti modifiche in senso peggiorativo" al credito d'imposta per ricerca e sviluppo; l'assenza della stabilizzazione del credito d'imposta investimenti nel Mezzogiorno (6,5 miliardi gli investimenti prenotati".

Positivi invece la proroga eco-bonus, bonus-verde e voucher pmi per temporary manager, l'aumento di fondi per la Nuova Sabatini e il Piano straordinario per la promozione del Made in Italy e l'attrazione degli investimenti.
 

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