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Economia
Pil, Italia in recessione tecnica. Di Maio: "Bugie da governi prima di noi"

L'economia italiana entra ufficialmente in recessione tecnica. La certificazione arriva dall'Istat, secondo cui nel quarto trimestre del 2018 il Pil corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato e' diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente ed e' aumentato dello 0,1% in termini tendenziali. Si tratta del secondo calo congiunturale consecutivo dopo il -0,1% segnato nel terzo trimestre dell'anno scorso, primo segno negativo dal secondo trimestre 2014. Nel 2018 il Pil corretto per gli effetti di calendario e' aumentato dello 0,8%. La variazione annua del Pil stimata sui dati trimestrali grezzi e' invece pari all'1% (nel 2018 vi sono state tre giornate lavorative in piu' rispetto al 2017), in frenata rispetto al +1,6% dell'anno precedente.

Il quarto trimestre del 2018, ricorda l'Istat, ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in piu' rispetto al quarto trimestre del 2017. La variazione congiunturale e' la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca e in quello dell'industria e di una sostanziale stabilita' dei servizi. Dal lato della domanda, vi e' un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2019 e' pari a -0,2%.

 

Pil, il governo rassicura. Opposizioni: 'Venite in Aula'

Il governo frena gli allarmi sullo stato dell'economia, dopo che un nuovo arretramento del Pil per il secondo trimestre consecutivo, secondo l'Istat, concretizza il fantasma di una recessione tecnica. Mentre le opposizioni chiedono che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, riferiscano in Aula. "E' una contrazione che era nell'aria, gli analisti l'avevano prevista, collegata a fattori transitori", tranquillizza Conte, che in mattinata ha affrontato il tema in un vertice a tre con Di Maio e l'altro suo vice, Matteo Salvini. Il premier dice di non temere "assolutamente" un eventuale pressing della commissione europea per una manovra bis e non si sottrae ad assecondare le richieste delle opposizioni: "Io sono sempre disponibile quando le opposizioni chiedono chiarimenti. Quindi, vedremo", dice. Sul dato del Pil getta acqua sul fuoco anche Di Maio. "Io non credo che ci sia bisogno di correggere le stime, nonostante siamo in una congiuntura economica difficile", sostiene. "I dati Istat di oggi testimoniano che chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha portato fuori dalla crisi - attacca poi il capo politico del M5s - I dati certificano il fallimento di un'intera classe politica che gli italiani hanno mandato a casa il 4 marzo". "Bisogna essere sempre fiduciosi perche' se non si ha fiducia non si va da nessuna parte. Certo, in Italia e nel mondo, qualche cosa relativamente al governo dell'economia deve cambiare", ha sottolineato, dal canto suo, il sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Le opposizioni chiedono comunque che Di Maio riferisca quanto prima in Parlamento.

"Il ministro Di Maio sta dicendo che nei mesi scorsi l'Istituto di Statistica ha falsificato i dati. Siamo stanchi delle sue buffonate, venga subito in Aula", e' la richiesta avanzata alla Camera da Daniele Marattin del Pd. "Da quando c'e' il nuovo governo, l'Italia ha perso 76.000 posti di lavoro (dati ufficiali Istat) e il Pil e' per la seconda volta in negativo. Siamo in recessione. Chi vuol bene all'Italia sa che le scelte economiche di Salvini e Di Maio sono sbagliate. Con le nostre scelte, quattordici trimestri di crescita, con le loro scelte subito recessione. Stanno portando il Paese a sbattere: cambiamo strada prima che sia troppo tardi", attacca l'ex premier Matteo Renzi. Mentre la vicepresidente della Camera 'azzurra', Mara Carfagna chiede di dar vita "subito a un tavolo del centrodestra per proporre e far votare da tutti un piano di rilancio per lavoro, investimenti e crescita". "Il solito copione: Di Maio imputa le cause della recessione a chi ha governato prima di lui, accusandolo di aver mentito agli italiani, ma lui e' il re dei Pinocchi", lamenta la capogruppo di FI al Senato, Anna Maria Bernini. "Questo governo infatti ha barato sia sul rapporto deficit-Pil che sul tasso di crescita, sceso dall'1,5 all'un per cento e ora vicino allo zero. Nel frattempo e' stato distrutto il valore del risparmio per 200 miliardi di euro, e' crollata la fiducia delle imprese, e' raddoppiato lo spread. Ma di cosa parla, dunque? La realta' e' che questo governo sta trascinando l'Italia nel precipizio, e negare l'evidenza non bastera' a salvargli l'anima". Walter Rizzetto di Fratelli d'Italia, nel chiedere che Di Maio "riferisca subito in Aula sulla recessione" ha affermato: "l'unico che ha bisogno di un navigator e' proprio il ministro Di Maio". Sul tema e' intervenuto anche il presidente dell'Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), Antonio Decaro: "Le scelte sono di natura politica da parte del governo. E chiaro che una situazione di questo tipo mette in allarme il Paese, non soltanto i sindaci". 

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