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Economia
Pil su dello 0,3% nel trimestre. L'economia italiana rallenta

Ma quale crescita dell'1,5% a fine 2018. L'economia italiana ha tirato il freno a mano. Nel primo trimestre del 2018 l'Istat stima infatti che il prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,4% in termini tendenziali. L'istituto centrale di statistica ha spiegato che all'inizio del 2018 l'economia italiana è cresciuta a un ritmo congiunturale dello 0,3% segnando un risultato analogo a quello del trimestre immediatamente precedente e confermando il rallentamento rispetto alla dinamica più marcata registrata nella prima parte del 2017.

OPERAI LAVORO
 

Oltretutto, il primo trimestre di quest'anno ha avuto tre giornate lavorative in più sia rispetto al trimestre precedente, sia al primo trimestre del 2017. Secondo gli economisti di Intesa Sanpaolo, l'espansione dovrebbe esser legata alla domanda interna, in presenza di un contributo lievemente negativo degli scambi con l'estero. Il maggior contribuito al valore aggiunto verrebbe dai servizi, mentre l'industria in senso stretto dovrebbe aver frenato la crescita (dopo due trimestri molto forti).

Gli esperti della prima banca italiana, inoltre, si aspettano un'ulteriore decelerazione nei prossimi trimestri, per una media 2018 pari all'1,3%. Dato che sconfesserebbe quanto previsto per quest'anno dal governo Gentiloni che ha appena fissato nel Def una crescita (stima che Palazzo Chigi ha anche precisatro essere "prudenziale") dell'1,5%.

operai fabbrica ape (1)
 

Dati positivi invece sul fronte del mercato del lavoro che però è quello che si muove congiunturalmente per ultimo. Secondo quanto evidenziato dall'Istat a marzo il tasso di disoccupazione generale rimane stabile all'11,0%, continuando a viaggiare sui livelli più bassi da settembre del 2012 ma sopra di 5 punti percentuali rispetto ai valori pre-crisi. Crescono gli occupati (+62 mila, rispetto a febbraio), mentre sono in forte calo gli inattivi (-104 mila). Il tasso di occupazione, il rapporto tra occupati e la popolazione di riferimento in età lavorativa, al 58,3%  un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di un livello record dall'ottobre 2008, quindi nel periodo pre-crisi, quando il tasso fu del 58,5%.

millennials lavoro computer 01
 

In miglioramento anche il dato relativo ai giovani.  A marzo la disoccupazione giovanile, tra i 15 e i 24 anni, scende al 31,7%, calando di 0,9 punti percentuali rispetto a febbraio, registrando il tasso più basso da dicembre 2011. Non solo, scomponendo i dati per fascia di età si nota come in controtendenza con i dati del passato, cresce soprattutto la quota di under 35. Nella fascia 15-34 anni l'incremento di occupati è pari a 68 mila unità. In calo la fascia 35-49 (-59 mila), mentre si mantiene in crescita quella 50-64 (+53 mila), sorretta come sempre dagli effetti delle riforme pensionistiche e da dinamiche demografiche.

Meno incoraggiante il dato scomposto per tipologia di occupazione. Dei 62 mila occupati in più, 56 mila sono indipendenti (liberi professionisti, artigiani, imprenditori ecc), mentre solo 6 sono dipendenti. Tra questi quelli a termine salgono di 8 mila unità mentre quelli stabili calano di 2 mila.

Scomposto per sesso il dato congiunturale, cioè la varazione rispetto al mese precendente, rileva un aumento tra gli uomini (+81 mila) e un calo fra le donne (-19 mila). A livello tendenziale, cioè sull'arco dell'intero anno, il dato resta ampiamente positivo per entrambi i sessi. Rispetto a marzo 2017, il dato maschile degli occupati sale di 127 mila unità e quello delle donne di 63 mila.

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