Pil, rischio recessione nel 2° trimestre. I numeri parlano chiaro: eccoli
La doccia fredda della produzione industriale ad aprile
Si salvano solo energia ed alimentare. 13 settori industriali su 15 invece vanno giù. Un brusco calo dei beni strumentali e intermedi poi, che significano investimenti in macchinari e capacità produttiva che verrà dunque a mancare nei prossimi mesi. Poi la stagnazione senza fine del settore auto che ad aprile va a picco rispetto a 12 mesi fa (-17,1%) e si porta dietro, tagliando commesse, tutto l'indotto e le aziende satelliti della componentistica. L'economia italiana rischia di tornare in recessione nel secondo trimestre.
Dopo un timido +01% dei primi tre mesi dell'anno (rivisto a fine maggio al ribasso dall'Istat) che ha leggermente controbilanciato il segno meno dell'ultimo semestre del 2018, il dato fortemente negativo della produzione industriale di aprile (-0,7% rispetto ad aprile; -1,5% rispetto a 12 mesi fa), insieme all'indicatore anticipatore del ciclo che è in calo sia in aprile sia in maggio, conferma le attese negative per l'andamento del Pil da aprile e a giugno.
Le analisi dei centri studi gelano le aspettative di M5S e Lega che hanno iniziato con Bruxelles una complessa partita per evitare la procedura d'infrazione sui nostri conti pubblici. "Come è noto, dopo un calo dello 0,1% nel terzo trimestre 2018 e un altro calo dello 0,1% nel quarto trimestre sempre del 2018, che avevano fatto temere l'avvio di una nuova recessione, il pil nel primo trimestre 2019 ha fatto registrare una crescita dello 0,1% compatibile con uno scenario di stagnazione, che verrebbe confermato con un nuovo calo del Pil nel secondo trimestre 2019", ha osservato il Centro Studi Promotor.
"Il calo registrato dalla produzione industriale nel mese di aprile accresce la probabilità di osservare un secondo quarto dell'anno peggiore del primo", mette in guardia invece l'Ufficio Studi Confcommercio, osservando come le cifre indichino una difficoltà non ancora superata sia sul lato della domanda delle famiglie che su quello degli investimenti delle imprese.
E ad anticipare un contributo negativo alla crescita del Pil da parte della produzione nei tre mesi che vanno concludendosi è anche Luca Mezzomo, responsabile Analisi Macroeconomica di Intesa Sanpaolo, per cui "le prospettive oltre il secondo trimestre rimangono caratterizzate da un livello insolitamente elevato di incertezza".
Per quanto riguarda nello specifico gli autoveicoli, la produzione in aprile è calata su base annua del 17,1%, considerando il dato corretto per gli effetti del calendario, dato che porta i primi quattro mesi a segnare un arretramento complessivo del 14,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato. Una situazione "particolarmente grave all'interno del settore dei mezzi di trasporto", secondo il Centro Studi Promotor, per cui la flessione di aprile "pone con grande evidenza il problema di modificare il sistema in vigore di incentivazione all'acquisto di veicoli a basso impatto per renderlo effettivamente incisivo anche per l'economia del settore dei trasporti e quindi per l'economia italiana in generale".
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