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Economia
Pioneer, gli occhi di Francesco Poste sul piano di UniCredit. Ok di Equita

Poste, sul tavolo di Caio il dossier Pioneer di UniCredit

 

Lo slittamento della quotazione in Borsa della seconda tranche del capitale di Poste Italiane? Semplice, è perché Francesco Caio vuole approfittare del grande piano di vendite di UniCredit. Dopo Bank Pekao, un'occasione su tutte: il gioiellino del risparmio gestito Pioneer. Secondo le indiscrezioni dell'ultima ora, infatti, il colosso postale avrebbe messo gli occhi su Pioneer, operazione che andrebbe a potenziare il business del gestito di Poste e le cui offerte non vincolanti dovrebbero essere presentate entro il 30 settembre. 

L'amministratore delegato di UniCredit Jean Pierre Mustier valuta Pioneer tre miliardi di euro. Cifra che diverge invece dalle stime degli analisti finanziari di Equita, primaria Sim che opera sul mercato azionario di Piazza Affari che valuta invece la società del gruppo di Piazza Gae Aulenti circa  2,5 miliardi di euro. Ovvero 15 volte il price/earning del 2018. Su Poste Equita ha confermato sul primo titolo la raccomandazione buy (8,6 euro) e sul secondo il rating hold, con target price a 2,7 euro. 

 

Poste sul dossier Pioneer: le valutazioni di Equita Sim

 

"Ipotizzando l'acquisto cash del 70% che UniCredit avrebbe mantenuto il 30% nel deal con la spagnola Santander (poi arenatosi) e un premio per il controllo il cash out, l'operazione potrebbe raggiungere i sue miliardi di euro, limite oltre il quale secondo noi sarebbe richiesta una ricapitalizzazione dato un Debt/Ebitda target di 1,5 volte", scrivono gli analisti in una nota. 

"Non escludiamo che nell'operazione sia coinvolta anche Cdp interessata a diversificare il proprio portafoglio. In caso di cessione del 70% l'impatto positivo sul Cet1 di UniCredit sarebbe di circa 30 punti base. Dal punto di vista strategico l'acquisizione di Pioneer sarebbe coerente con il piano industriale di Poste che prevede un progressivo aumento del contributo dell'Am accompagnando la clientela verso l'acquisto di prodotti a maggior contenuto di investimento rispetto quelli di risparmio (esempio risparmio postale)", conclude la casa d'affari presieduta dall'ex banchiere Alessandro Profumo, secondo cui resta comunque "da valutare l'effetto che l'aumento della leva su Poste avrebbe sul profilo di rischio della società e sulla politica di dividendo nel medio periodo, e la sovrapposizione con l'investimento (10%) in Anima".

Intanto a Piazza Affari, nella prima parte delle contrattazioni Poste cede lo 0,94% a 6,345 euro mentre la banca guidata da Mustier segna un +0,52% a 2,34 euro.

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