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Economia
Popolare di Vicenza, parte il roadshow. Ma l' Ipo resta un'incognita
Al via il roadshow della Banca Popolare di Vicenza per la quotazione in Borsa

Ottenuto il via libera da Consob per la pubblicazione del prospetto finanziario in vista della quotazione, la Banca Popolare di Vicenza entra con ogni probabilita' nei giorni piu' caldi dei suoi 150 anni di storia. Dopo una fase di pre market che non ha trovato controparti particolarmente ricettive, si apre infatti oggi a Milano il roadshow per il collocamento istituzionale che vale una fetta considerevole dell'aumento di capitale (1,125 miliardi di euro sugli 1,5 mld complessivi; i restanti 375 mln sono riservati ai piccoli risparmiatori). Assieme alla trasformazione in Spa (quest'ultima resa inevitabile anche a seguito della legge che lo scorso anno ha imposto l'abbandono del sistema di voto capitario agli istituti italiani con oltre otto miliardi di euro di attivi in pancia) e allo sbarco a Piazza Affari, il rafforzamento patrimoniale e' una delle tre condizioni imprescindibili imposte a Palazzo Thiene da Francoforte per sottrarsi al rischio di conseguenze drastiche come il commissariamento.

Dapprima garantito da Unicredit, l'aumento di capitale è poi passato sotto l'ombrello del Fondo Atlante, l'iniziativa di sistema che - grazie a una dotazione iniziale di oltre quattro miliardi di euro forniti da banche, gruppi assicurativi, fondazioni bancarie e altri soggetti istituzionali servirà a garantire gli eventuali inoptati delle imminenti operazioni sul capitale che attendono la Vicenza e Veneto Banca, oltre che ad acquistare pacchetti di non performing loan. Analogamente, Atlante dovrebbe garantire la messa in sicurezza patrimoniale dell'istituto anche nel caso in cui l'Ipo sfumasse, dal momento che non e' ancora certa la buona riuscita dell'operazione: l'approdo a Palazzo Mezzanotte, che potrebbe avvenire il prossimo 3 maggio, e' infatti legato al flottante che verrebbe a crearsi dal collocamento effettivo dei titoli.

Per assicurarne una liquidita' sufficiente, Borsa Italiana chiede infatti un livello minimo del 25%, anche se la soglia potrebbe essere limata di qualche punto percentuale. Sullo sfondo della vicenda rimane il dramma umano di migliaia di piccoli e grandi soci dell'istituto veneto rimasti con il cerino in mano. Alcuni di loro hanno in carico le azioni della Vicenza a un prezzo unitario superiore a 60 euro e vedranno il valore dei rispettivi pacchetti pressoche' azzerati al momento della quotazione. A fronte del contratto di garanzia che Bpvi ha firmato con Atlante, che vincola il Fondo a rilevare l'inoptato a 0,10 euro/azione, questo sara' infatti il livello di prezzo dell'ipo stessa, come ha confermato un paio di giorni fa l'a.d. Francesco Iorio.

Alla buona riuscita dell'operazione non aiuta certo quanto emerso dalla nutrita sezione del prospetto informativo dedicata ai fattori di rischio. Ne emergono sei procedimenti sanzionatori avviati dalla Consob in seguito all'ultima verifica ispettiva effettuata a cavallo tra il 2015 e l'anno in corso. L'Authority ha evidenziato una lunga serie di mancanze su cui spiccano i mancati presidi alla valutazione annuale del valore dei titoli che veniva effettuata da un consulente esterno e la concessione di prestiti e finanziamenti a fronte dell'accollo di pacchetti azionari della banca. Procedimenti che, spiega senza mezzi termini il prospetto, potrebbero portare a sanzioni destinate ad "avere un impatto negativo significativo in termini reputazionali nonche' sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria" dell'istituto.

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l'ipo della banca popolare di vicenza resta un'incognita





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