PopSondrio, mire francesi. Dossier sul tavolo del Credem e del Creval. Rumors
La Corte costituzionale sblocca il risiko bancario per una delle grandi Popolari che a breve dovrà trasformarsi in Spa. Ecco chi guarda alle nozze con Sondrio
di Luca Spoldi
e Andrea Deugeni
La decisione della Corte Costituzionale di respingere tutte le questioni di legittimità sollevate contro la riforma del governo Renzi delle banche popolari e dunque confermare l’obbligo di trasformazione in Spa per tutti gli istituti con oltre 8 miliardi di attivi, come Banca Popolare di Bari (non quotata) e Banca Popolare di Sondrio (quotata), segna di fatto il via libera ad una nuova fase di aggregazione del settore bancario italiano, che dovrebbe drasticamente sfoltire il numero di istituti di medie dimensioni. Gruppi costretti alle nozze per mettere a segno le necessarie sinergie di costo nell'era della concorrenza agguerrita del Fintech e dei tassi d'interesse low cost che compime la redditività bancaria.
INDISCRETO/ Il presidente del Casl dell'Abi ed ex chief operating officer di Intesa Sanpaolo, Eliano Omar Lodesani, manager che Carlo Messina ha nominato presidente di Intesa Sanpaolo Group services, la società di servizi del gruppo, a giugno dovrebbe lasciare l'incarico operativo del Comitato per gli affari sindacali e del lavoro (Casl). Una poltrona molto ambita dai vari gruppi nazionali, perché da lì si decidono le sorti contrattuali dei bancari italiani. Pare che Alfio Filosomi, ex manager Abi e responsabile delle politiche sindacali della super-banca di Messina, punti a rimpiazzare il collega Lodesani. Ce la farà? I bookmaker dicono che nonostante la forte convinzione le sue chance di raccogliere il testimone sono piuttosto basse… |
Se Banco Bpm e Ubi Banca, una volta completato il “riassetto” seguito alle precedenti fusioni e acquisizioni, sono ritenuti i principali potenziali poli aggreganti (dato che Intesa Sanpaolo e Unicredit non dovrebbero muoversi in questa fase), proprio Banca popolare di Sondrio vole a Piazza Affari, dove il titolo guadagna il al giro di boa il 4,65% a 3,33 euro per azione, recuperando così pienamente i livelli di 12 mesi fa, con volumi sostenuti.
Ma chi potrebbe essere il primo “predatore” a muoversi? Secondo quanto riferisce ad Affaritaliani.it chi segue da vicino le sorti del sistema bancario nazionale, l’istituto di Sondrio, nel cui capitale sono presenti molti fondi americani a cominciare da Amber, viene dato come primo della lista delle potenziali prede di diversi soggetti, a partire dai cugini del Credito Valtellinese.
La banca presieduta da Miro Fiordi ha appena portato a termine con successo l’aumento di capitale da 700 milioni di euro, senza l’intervento dei sub-garanti di prima allocazione e del consorzio di garanzia, ed entro giugno poterà a termine la cessione di oltre 2 miliardi di sofferenze, sfruttando anche le garanzie statali (Gacs). A questo punto motivi di contiguità territoriale e la disponibilità ad assicurare il necessario sostegno finanziario a tutto l’universo di enti e aziende che ruota attorno alla Popolare di Sondrio potrebbero costituire infatti l’innesco per far crollare le residue resistenze alle nozze, con soddisfazione anche dei numerosi fondi entrati nel capitale di Creval a seguito della ricapitalizzazione proprio in vista di future operazioni straordinarie.
In alternativa, il direttore generale di Credem, Nazareno Gregori, non ha mancato di sottolineare più volte come la Popolare di Sondrio sia “una banca interessante” con la quale erano evidenti “affinità” elettive, a cominciare dalla complementarietà territoriale, con l’unica riserva, finora, del tema della trasformazione in Spa. Tema che la sentenza della Consulta consentirà di archiviare rapidamente, dando dunque via libera, potenzialmente, anche a un matrimonio in grado di far nascere un gruppo fortemente complementare per estensione territoriale ma non così dissimile per qualità degli attivi e risultati ottenuti dalla dirigenza.
Non meno defilati e non indifferenti, nonostante le recenti smentite di rito, restano i francesi di Cariparma-Credit Agricole: gli unici campioni del credito in grado d'impensierire nello Stivale lo strapotere di Banca Intesa e di Unicredit.
Le smentite arrivate lunedì da parte di Giampiero Maioli, Ceo di Cariparma-Credit Agricole, a un interesse per nuove acquisizioni sono le "tipiche dichiarazioni ci chi sta in trattativa," racconta ad Affaritaliani.it una fonte finanziaria primaria, anche perché il colosso francese resta tra i pochi gruppi esteri ancora interessato a crescere nel nostro Paese, purché attraverso operazioni in grado di creare valore. E in una certa congiutura favorevole di fattori Parma potrebbe rilevare tutti e due gli istituti valtellinesi, facendo l'en-plein in Lombardia area dove i transalpini sono praticamente assenti.
Pare infatti che non paghi delle acquisizioni in corso di Banca Leonardo e delle tre Casse di Rimini, Cesena, San Miniato, a febbraio i francesi si siano fatti avanti con il consorzio garante dell’aumento Creval, per comprare una quota attorno al 10% e farla fruttare vendendo ai clienti dell’ex popolare i servizi delle loro fabbriche prodotto. Trattativa poi sfumata per l'incertezza della situazione politica post-voto.
(Segue...)