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Economia
Protezionismo, male della società. Ecco come le elite rifiutano la conoscenza

La qualità delle interazioni in azienda, nella vita quotidiana e sui Social sono trai fattori più importanti per far crescere la produttività e stimolare la crescita. Non solo perché creano un buon "clima". Nelle interazioni tra le persone infatti si crea e si affina la conoscenza della realtà. La conoscenza è poi uno dei fattori più importanti per lo sviluppo economico e sociale. La conoscenza non è però il frutto esclusivo di attività di ricerca e della lettura solitaria di testi scientifici o dell'interpretazione soggettiva di dati, ma si genera nella relazione con gli altri condividendo significati, idee e raffinando modelli di azione Allo stesso modo la conoscenza ha un impatto sulla realtà se viene diffusa e compresa da tutte le persone. Il fisico Thomas Kuhn ha spiegato nelle sue teorie che la conoscenza, anche quella scientifica è spesso un "costrutto sociale" in cui emerge un paradigma dominante.

Questo paradigma orienta le scelte e le credenze delle persone che spesso credono quello che vogliono credere o che fa comodo credere, cercando elementi a sostegno delle proprie tesi ed evitando elementi a confutazione. Il confronto con gli altri evita questa tipo di cattiva interpretazione e può far sì che ci si concentri sugli elementi più oggettivi in questo modo facendo emergere strumenti idonei ad intervenire sulla realtà La società, come il management aziendale, deve quindi lavorare sempre perché vi siano le condizioni per un dibattito sereno e costruttivo.

Questo dibattito sereno è un vero e proprio bene comune. 3 comportamenti, molto diffusi in Italia e in alcune organizzazioni, anche tra insospettabili commentatori, giornalisti e manager indipendenti, ostacolano invece le buone interazioni in termini di profondità, qualità e ampiezza in questo modo abbassando la qualità del dibattito e della conoscenza prodotta:

1) La maleducazione, ovvero l'abbandono dell'argomento di discussione, per esempio etichettando il prossimo con epiteti o passando ad attacchi personali utilizzando parolacce, minacce, insulti con il risultato di impedire la discussione

2) Lo snobismo, ovvero il pensiero di essere superiori intellettualmente o socialmente, magari per avere un incarico importare o far parte di un "giro che conta", e quindi il rifiuto del dialogo o di argomentare le proprie tesi

3) Il moralismo, ovvero pensare che si abbia una morale superiore al prossimo che impedirebbe gli stessi errori degli altri.

Il risultato di questi cattivi comportamenti è per esempio che non si analizzano le reali cause dei problemi e non si pone rimedio con le corrette soluzioni "di sistema", focalizzandosi per esempio solo sulla punizione del "colpevole" come deterrente. A causa di questi cattivi comportamenti elites e gruppi sociali si chiudono tra di loro isolandosi dal contesto e iniziando a pensare solo ai propri problemi e a soluzioni parziali invece che pensare ai problemi generali dell'organizzazione e della società. In questo modo si diffonde il conformismo, la paura del diverso e del cambiamento, o la difficoltà stessa ad immaginarlo un cambiamento.

(Segue...)

Tags:
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