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Economia
Rcs, Cairo pensa a nuovi dorsi locali. Perché sono calati i ricavi nel 2017

Cairo pensa a nuovi dorsi regionali per il Corriere della Sera (il primo indiziato è quello per il Friuli Venezia Giulia) e annuncia "una buona trimestrale". per il prossimo 9 maggio, quando è stato convocato il prossimo Cda di Rcs. Numeri che dovrebbero confermare il trend del 2017 in cui il gruppo editoriare che edita il CorSera e la Gazzetta dello Sport "ha riportato le lancette al primo gennaio del 2008, con il ritorno all'utile". "Stiamo pensando a nuove edizioni locali su cui stiamo puntando moltissimo", ha detto l'amministratore delegato di Rcs riferendosi all'idea che possa esserci una nuova edizione in Friuli Venezia Giulia dopo il lancio del dorso di Torino.

Tra la "costante riduzione del debito" e i "risultati migliori del decennio" riportati da Rcs nel primo anno sotto la sua guida, la cura imposta da Urbano Cairo per mettere ordine ai conti sembra funzionare. Nel corso dell'odierna assemblea di bilancio, l'editore piemontese ha tracciato alcuni dei fattori piu' significativi della sua gestione che stanno contribuendo a rimettere in piedi la Rizzoli. Primo tra tutti quello della riduzione dell'esposizione debitoria, che avviene "al ritmo di oltre otto milioni di euro al mese da quando sono arrivato io, nell'estate del 2016", ha ricordato.

Il debito monstre, arrivato negli anni scorsi a rasentare il mezzo miliardo d'esposizione, aveva portato nella precedente gestione a vendere alcuni asset pregiati del gruppo, come la partecipazione in Dada, la storica sede di via Solferino e l'attivita' libraria rilevata da Mondadori. Interrogato sui motivi che nel corso dello scorso esercizio hanno visto flettere del 7% a livello tendenziale il fatturato di gruppo che si e' cosi' ridotto sotto i 900 milioni di euro, il patron di Rcs ha poi osservato che sul dato ha inciso per circa il 40% - ossia per 31 milioni sui 73 mln complessivamente perduti - "la rinuncia ai contratti di concessione per quotidiani terzi, che ci portavano una marginalita' molto ridotta rispetto a quella che otteniamo dai nostri giornali".

A cio' si aggiunge che nel 2017 non si sono disputate ne' le Olimpiadi ne' campionati mondiali o europei di calcio, il che porta il calo reale "al 3% anno su anno, ossia molto meno di quello che appare". Tra i risultati dei singoli prodotti, Cairo ha ricordato il balzo della raccolta pubblicitario registrato dal nuovo inserto economico del Corriere della Sera, L'Economia, dopo il restyling. Una crescita superiore al 50%. Analogamente, la nuova versione di SportWeek ha visto crescere del 34% il carico pubblicitario. Per l'area periodici, invece, il 2017 si e' chiuso con il ritorno a una "redditivita' del 14% sul fatturato", dopo che l'anno prima "era stata rasa al suolo".

Nel sottolineare come il risultato conseguito dal gruppo nel 2017 sia stato il migliore del decennio a livello di bottom line, Cairo ha anche voluto mettere in rilievo come il miglioramento complessivo della storica casa editrice milanese sia avvenuto "mantenendo tutta la forza occupazionale che conta circa 3.200 persone". Uno sforzo che - solo per la fine della solidarietà alla Gazzetta dello Sport - si e' tradotto "in un aumento di 3 milioni di euro" sul fronte del costo del lavoro. "L'abbiamo terminata perche' vogliamo evitare di utilizzare questi istituti di sovvenzione dello Stato. L'obiettivo e', quindi, quello di ridurli gradualmente, fino ad azzerarli".

Cairo ha posto inoltre particolare enfasi sul fatto che, sotto la sua guida, i giornali del gruppo non hanno visto aumenti dei prezzi di copertina. "Secondo il piano approvato prima che arrivassi io, il Corriere avrebbe invece dovuto aumentare a 1,7 euro a copia e probabilmente alla Gazzetta sarebbe toccata la stessa sorte", ha detto l'editore. Di conseguenza, parte della ricetta su cui poggia il rilancio del gruppo consiste nel "fornire un servizio a un prezzo non piu' costoso rispetto al passato, mantenendo per intero il livello occupazionale".

Dopo aver smentito eventuali intenzioni di fondere Cairo Communication con Rcs ("non vediamo grandi elementi di beneficio", ha detto), l'editore piemontese ha infine anticipato che il 9 maggio la storica casa editrice milanese comunichera' al mercato "un buon primo trimestre" e ha ribadito che se il trend complessivo del gruppo continuera' a migliorare come avvenuto nei mesi scorsi, non e' escluso che il prossimo anno i soci possano rivedere il dividendo. Una gratificazione che manca ormai da un decennio.

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