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Economia
Rcs: primo round a Cairo con Blackstone. Sospesa Ny, caso passa in Italia

Primo round per Urbano Cairo, il presidente e principale azionista di Rcs, nella battaglia legale con Blackstone sulla vendita della sede storica di via Solferino a Milano avvenuta nel 2013 per 120 milioni di euro. La giudice statunitense chiamata a decidere sul caso, Saliann Scarpulla, ha sospeso il procedimento lasciando alle autorità italiane di decidere se ci sono le condizioni affinchè il caso possa essere oggetto di arbitrato in Italia. 

Lo ha comunicato la giudice nella stanza 208 del tribunale al 60 di Center Street a New York dopo avere ascoltato gli avvocati di ambo le parti. Cairo ha sempre sostenuto che la vendita è avvenuta quando il gruppo era sotto pressione e di conseguenza dovrebbe essere annullata perche' la legge italiana proibisce a un acquirente di avvantaggiarsi di chi vende e si trova in difficoltà.

"Che cosa state facendo qui?". La giudice statunitense ha posto domande incalzanti all'avvocato chiamato a rappresentare il colosso finanziario americano che nel 2013 compro' gli edifici di Rcs per 120 milioni di euro, una transazione che Urbano Cairo, presidente di Rcs e principale azionista, vuole sia annullata. Aaron Marks, legale di Kirkland & Ellis, e' stato incalzato dalla giudice Salian Scarpulla. 

"Siete state contattati a New York [per la vendita degli immobili?", ha chiesto Scarpulla. Marks ha risposto "no". "Ci sono stati incontri a New York" tra le parti interessate?, ha domandato la giudice. L'avvocato di Blackstone ha risposto negativamente. "Ci sono state transazioni a New York?", ha domandato Scarpulla, sentendosi nuovamente dire no. "Non avete nulla", ha replicato il magistrato facendo notare che Blackstone puo' essere contattata ovunque nel mondo essendo un'azienda attiva su scala globale. 

"Non ci sono stati contatti a New York. Perche' dovrei occuparmene io?", ha aggiunto la giudice di origini italo-americane. La stessa osservazione e' stata da lei fatta quando Marks ha cercato di difendere la sua tesi (che il caso va risolto a New York e non in Italia) sostenendo che Rcs aveva contattato otto istituzioni finanziarie newyorchesi tra cui JP Morgan, Morgan Stanley, Goldman Sachs. "Voglio sapere cosa precisamente e' avvenuto a New York. Non voglio sentire parlare di aziende newyorchesi che sono attive su scala globale", ha tuonato la giudice chiedendo: "Questi gruppi sono stati contatti a New York?".

Il legale di Blackstone ha risposto: "Non lo so". E lei ha replicato: "La sua risposta non e' sufficiente". Scarpulla ha aggiunto: "Mi state chiedendo di spingermi troppo oltre" nell'occuparmi del caso a New York. Io non ho paura di esercitare il mio potere ma voglio evitare incoerenze" con la legislazione italiana, a cui ha affidato il caso.

Quando il legale di Blackstone ha tentato di difendere la tesi che New York sia la giurisdizione giusta per il caso citando una battaglia legale del 2009, la giudice ha replicato: "Sappiamo tutti che l'interpretazione della giurisdizione e' cambiata drasticamente da allora". Scarpulla si e' poi rivolta al legale di Blackstone dicendo: "L'immobile e' italiano, la transazione e' italiana. I documenti sono stati firmati in Italia nell'ambito della legge italiana. Non capisco perche' dopo tutti questi anni volete che me ne occupi io".

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