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Economia
Referendum, Fidelity International: "Vince il No? A picco i titoli bancari"

Ecco l'analisi di Fidelity International alla luce dell’imminente Referendum costituzionale in Italia

Alberto Chiandetti, Gestore di FF Italy Fund di Fidelity International commenta:

“In ambito azionario se il risultato referendario favorisse l’instabilità politica, si potrebbe assistere a una fase di volatilità di breve periodo, che graverebbe in particolare sulle azioni bancarie italiane. L’impatto sarebbe invece probabilmente più modesto su altri settori dell’indice italiano. La volatilità potrebbe, quindi, creare opportunità per gli investitori focalizzati sulla selezione delle azioni con le migliori prospettive di apprezzamento futuro.

 

Per questo motivo, il nostro FF Italy Fund ha una posizione di sottopeso complessiva sulle azioni finanziarie italiane. Siamo particolarmente prudenti su alcuni dei titoli più grandi, poiché il loro fabbisogno di capitale e i rischi collegati al referendum sminuiscono l'attrattiva di queste opportunità d'investimento. Nell'ambito dei finanziari, preferiamo mantenere un'esposizione solo a banche con ritorni sul capitale sani e alle società di gestione del risparmio”.


Andrea Iannelli, Investment Director Obbligazionario di Fidelity International commenta:

“I BTP scontano già una vittoria del ‘no’ e, a prescindere dall’esito del voto, beneficeranno a nostro avviso dell'ulteriore sostegno della BCE. Le obbligazioni emesse dalle maggiori istituzioni finanziarie nazionali dovrebbero trarre vantaggio dai processi di ricapitalizzazione in atto e dagli aumenti di capitale, a spese degli azionisti, mentre il programma di acquisti di titoli corporate della BCE manterrà sotto controllo i rendimenti delle emissioni non finanziarie. Nonostante l'incertezza che si profila all'orizzonte, i titoli obbligazionari italiani offrono valore data la valutazione attuale.

I titoli di Stato italiani hanno risentito dell'aumento del rischio politico e delle apprensioni per le difficoltà del settore bancario. Nonostante il continuo sostegno offerto dalla Banca centrale europea (BCE) con il Public Sector Purchase Programme, i BTP sono stati penalizzati rispetto ai titoli di Stato degli altri Paesi europei, sia core che periferici. Lo spread tra i rendimenti dei BTP decennali e quelli dei Bund di pari scadenza ha superato il livello raggiunto all'indomani del referendum britannico in giugno, mentre quello tra i BTP e gli omologhi spagnoli si attesta sul massimo degli ultimi quattro anni. Nonostante le nuove pressioni che potrebbero prodursi sui BTP a causa del referendum, la riunione della BCE che si terrà poco dopo (8 dicembre) rappresenta a nostro avviso un evento più importante per i titoli di Stato italiani.

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