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Economia
Riforma Pensioni, novità. Pensioni minime, chi rischia di non avere l'aumento

Pensioni minime. Ecco chi rischia di essere escluso dall'aumento. Sorpresa sulle pensioni minime

Il piano sulle pensioni al quale sta lavorando Palazzo Chigi e che dovrebbe garantire maggiore equità e flessibilità dovrebbe disporre di un budget di almeno due miliardi di euro.

I principali interventi in fase di messa a punto sono l’Ape, il prestito previdenziale che permetterà di agevolare il ritiro anticipato attraverso un finanziamento bancario per la quota mancante di contributi (costo: 650 milioni), le ricongiunzioni gratuite (costo: 500 milioni a regime) e, nonostante le perplessità del numero uno dell’Inps Tito Boeri, l’ampliamento dei beneficiari della 14esima mensilità (costo per il raddoppiamento dei beneficiari: 8-900 milioni). Questo, secondo le ultime indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore.

Tuttavia (come riporta http://www.wallstreetitalia.com), il Corriere della Sera ha anticipato quella che dovrebbe essere una sorpresa da parte del governo Renzi:

“Torna l’ipotesi di aumento degli assegni al minimo, 500 euro al mese, che non compariva nel menù delle misure possibili concordato a fine luglio fra governo e sindacati. Cosa è successo? Finora, per aiutare chi è già in pensione, le idee sul tavolo erano due: l’estensione della 14esima, l’assegno in più incassato dai pensionati a basso reddito, e l’innalzamento della no tax area, la soglia al di sotto della quale non si pagano tasse. Il punto è che il presidente del Consiglio Matteo Renzi considera i due interventi un po’ macchinosi. E ha chiesto di fare un sondaggio sull’aumento delle minime, suo vecchio pallino, alla ripresa degli incontri con i sindacati, la settimana prossima. La strada, però non è semplice. Oggi la pensione minima viene incassata da 3,5 milioni di italiani. Anche un piccolo aumento finirebbe per pesare molto sulle casse dello Stato. Estendere a tutti il bonus da 80 euro, come Renzi aveva detto all’inizio dell’anno, costerebbe 3,5 miliardi di euro. Troppo, visto che il pacchetto pensioni non dovrebbe superare i due miliardi e deve contenere uscita anticipata e ricongiunzioni gratuite”.

Dunque? Per non rendere troppo oneroso l’intervento di aumento delle pensioni minime, si potrebbero escludere i pensionati che prendono la minima ma poi hanno altre entrate previdenziali, come la reversibilità. Ancora, l’intervento potrebbe diminuire facendo ricorso all’Isee, l’indicatore della situazione economica, che taglierebbe fuori i pensionati al minimo, che però hanno un certo patrimonio immobiliare oppure un coniuge con un reddito alto. Così il quotidiano: “In questo modo il numero delle persone coinvolte potrebbe scendere intorno al milione, e la spesa intorno al miliardo”..

Il Corriere parla anche di una penalizzazione per l’Ape, ovvero l’assegno per chi sceglie la pensione anticipata.

“Altre due novità arrivano dall’Ape, che consentirà di andare in pensione tre anni prima ai nati fra il ‘51 e il ‘53. La penalizzazione dell’assegno dovrebbe essere tra lo 0 e il 2,9% l’anno per chi è rimasto senza lavoro oppure è disabile o ne ha uno a carico. Mentre sarà più pesante, tra il 4,5% e il 6,9%, per chi sceglie volontariamente di lasciare il lavoro in anticipo.

Per quanto riguarda la 14esima, Boeri ha suggerito d’inserire dei precisi requisiti di reddito Isee perché “in 7 casi su 10” la 14esima “va a persone che povere non sono”, anche se al momento nessun assegno pensionistico è condizionato da questi parametri.

Fra le possibilità d’aiuto per gli assegni più bassi, poi, si parla anche di un’estensione della no tax area, l’innalzamento della soglia all’interno della quale si gode di esenzioni fiscali.

Più erta è la salita per gli interventi sui lavoratori precoci, invece: se le richieste dei sindacati premono sulla cosiddetta Quota 41, che permetterebbe il ritiro anticipato rispetto ai requisiti d’età dopo 41 anni di contributi e senza penalizzazioni, le esigenze di bilancio sembrano incompatibili con una spesa stimata di 1,5 miliardi di euro a fine luglio.

Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, per il momento ha dichiarato quali saranno le principali linee guida per il futuro provvedimento: “Se parliamo di pensioni le priorità sono: la flessibilità in uscita, le ricongiunzioni onerose e le pensioni minime troppo basse. Il tutto deve però stare dentro una manovra complessiva di rilancio dell’economia”. Il sostegno ai redditi dei pensionati, in una certa misura, non sarebbe incompatibile ascrivendosi potenzialmente alla voce dei consumi interni.

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