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Economia
Rome Investment Forum 2018: a lezione di europeismo

L’Europa sta attraversando sfide senza precedenti legate all’indebolimento del motore franco-tedesco all’integrazione, minacce alla sicurezza, frammentazione – di cui Brexit è esempio – e incertezza sul futuro del contesto macro-economico.

In questo scenario l’Europa finisce per diventare capro espiatorio quando invece dovrebbe essere il soggetto capace di individuare gli strumenti per fornire risposte comuni alle sfide attuali. Ecco perché è importante riprendere un dialogo intorno ai valori comuni ed ecco perché il mondo delle banche, delle assicurazioni e la finanza tutta hanno un ruolo fondamentale in questa ripresa.

Il Rome Investment Forum 2018 parte da queste premesse per aprire la discussione e trovare gli strumenti. Banche, assicurazioni, mercati finanziari, fondi pensione, mercato immobiliare e fondi d’investimento, consulenti e broker azionari, insomma tutti i componenti della comunità finanziaria, sono profondamente coinvolti nel contesto dell’economia reale e intendono accrescere il proprio contributo allo sviluppo della crescita sostenibile, sia per le imprese che per le famiglie. Perciò, una cornice normativa e legislativa adeguata è necessaria, così come individuato dalla Federazione, la quale ha anche stilato una lista di priorità comuni che devono essere approvate dal Parlamento europeo e successivamente implementate.

Superare le tensioni tra Italia e Unione europea nell’interesse di imprese e cittadini è una di queste priorità ed è il monito di Luigi Abete, Presidente di Febaf e di Bnl, durante il suo intervento di apertura del Rome Investment Forum 2018. “La rivoluzione del settore finanziario deve oggi proseguire perché non è completata. Occorre promuovere le fonti alternative di finanziamento, sostenere l’innovazione e la modernizzazione dell’economia reale. Ma soprattutto occorre fare fronte comune in un’Europa che rischia di sgretolarsi con conseguenze molto più nefaste di quelle che si possano prevedere”.

In aggiunta a ciò, il Presidente Abete ha commentato ai microfoni di Affaritaliani.it: “L’Istat conferma una decelerazione importante con una riduzione del 3% degli investimenti generali e una del 7% degli investimenti in macchinari nel terzo trimestre rispetto al secondo. C’è il rischio che una sfiducia montante da parte dell’economia reale italiana si consolidi, come ci possiamo aspettare dai dati sul quarto trimestre che saranno comunicati a febbraio. A quel punto sarà difficile dare la colpa all’Europa e dovrà essere evitata a tutti i costi la procedura di infrazione, nell’interesse di tutti: imprese, cittadini europei ma soprattutto del Governo italiano che si troverebbe in grandissime difficoltà nell’impostare un budget per il 2020”.

Anche il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha richiamato a una comunione di intenti e si è apertamente schierato a sfavore della manovra economica del Governo italiano, la quale, così com’è, “mostra ancora una profonda debolezza sul tema della crescita”.

Un tema importante che sottende tutta la riflessione del mondo della finanza è quello dei valori comuni all’Europa e della voglia di costruire il futuro insieme. Lo sostiene Beatrice Covassi, Rappresentante in Italia della Commissione europea. E lo rimarca anche durante il suo intervento Maria Bianca Farina, Presidente dell’Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici (ANIA) e di Poste Italiane: “Oggi è difficile essere ottimisti e tendiamo a dimenticarci che l’Ue è stata, e continua a essere, una storia di successo: una casa comune che ha garantito 70 anni di pace e aperto possibilità ai giovani di spostarsi e di costruirsi un futuro ovunque. Ciò che sta succedendo oggi in Gran Bretagna con la Brexit dimostra la complessità di sostenere il negoziato di uscita dall’Ue e i dubbi tuttora in corso provano quanto costoso sia il processo di separazione”. Farina mette quindi in guardia il suo Paese dal rischio di separazione dall’Europa e ricorda che le difficoltà attuali possono essere superate soltanto con “un’analisi lucida dei progetti incompiuti e con la presa in esame di quelle criticità che non hanno permesso la crescita dei Paesi membri”. Tra le possibili risposte per far ripartire la crescita e i consumi: “gli investimenti in impresa e nelle infrastrutture. Il calo che si è registrato negli ultimi anni degli investimenti in infrastrutture ha reso nfatti l’Italia molto meno competitiva e meno vivibile per i cittadini. Gli assicuratori italiani sono pronti a dare un aiuto importante”.

Quanto ai rischi attuali sul risparmio Farina ha chiosato ad Affaritaliani.it: “Sul risparmio assicurativo in larga parte investito in titoli di stato italiani non si registrano effetti negativi in quanto le imprese di assicurazione italiane hanno tenuto nei loro portafogli i BTP e questo ha fatto sì che non abbiano influenzato i rendimenti dei risparmi dei nostri clienti. Ci auguriamo tuttavia che questa situazione rientri nel breve termine perché se persistesse nel lungo tempo un effetto si riverberebbe anche sui nostri risparmiatori”.

Al suo turno di intervenire, Gian Maria Gros-Pietro, Presidente del Cda di Intesa Sanpaolo, ha fatto sapere che anche il mondo bancario è pronto a sostenere la crescita attraverso il sostegno agli investimenti. “Alla domanda perché investire in Europa, la risposta è semplice; perché l’Europa è il primo mercato del mondo. Se presi come singoli Paesi non siamo niente. Dobbiamo agire come Europa perché ne abbiamo le possibilità e la convenienza”. Gros-Pietro ha poi messo in guardia: “Storicamente gli investimenti sono di due tipi: trainati dalla crescita (quando aumenta la domanda e, di conseguenza, aumenta anche la capacità produttiva) oppure esogeni (creati da fattori come, nello scorso secolo, le due guerre mondiali). Detto ciò, sarebbe meglio attuare soltanto la prima tipologia ma quello che sta succedendo porta a pensare che si vada nel senso inverso. Oggi uno dei temi è il cambiamento climatico e l’Italia potrebbe essere in prima linea sulle rinnovabili visto che è già a buon punto.

Sull’unione bancaria Gros-Pietro ha espresso una considerazione centrale: “L’unione bancaria, che può davvero fare la differenza, è stata costruita ma non ancora completata. Per essere completa ha bisogno di un’Europa che si muove alla stessa velocità. Serve un’industria bancaria europea capace di competere con le banche americane e cinesi. Serve dunque una legislazione comune per livellare il funzionamento nei diversi Paesi. C’è, per concludere, bisogno di molta più Europa e di un’Europa molto più pervasiva per competere”.

C’è poi un altro tema centrale: quello dell’innovazione sul quale si concentra l’intervento di Valter Trevisani, General Manager di Cattolica Assicurazioni che ad Affaritaliani.it ha commentato: “Siamo di fronte a uno dei cambiamenti più disruptive che abbiamo mai visto e che aprirà tante opportunità. La digitalizzazione non è prerogativa soltanto di chi fa innovazione, ma di tutti. In questo contesto si aprono importanti sfide ma anche grandi opportunità. Il settore delle assicurazioni sta giocando un ruolo importantissimo in questo contesto economico ed è molto impattato dal digitale con un’innovazione dettata da tre forze: la tecnologia, l’uso sofisticato dei dati e l’impianto regolamentare che va sempre più verso il riconoscimento della centralità del cliente. Ci chiedono sempre di più soluzioni innovative e taylor made che possono essere fornite grazie alla tecnologia. Oggi o si va veloci o si va velocissimi”.

Nel corso della due giorni che si concluderà sabato 15 dicembre saranno tanti gli interventi da parte dei principali player del earcato assicurativo e bancario su temi quali la competitività che passa dal lavoro, i nuovi strumenti di finanziamento all’interno di un contesto che è quello della finanza sostenibile, le partnership pubblico-private nella ricostruzione successiva a eventi catastrofici.

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