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Economia
Russia, Borsa ko: gli oligarchi bruciano quasi 12 miliardi. Giù il rublo
Putin (foto Lapresse)

Il crollo del mercato azionario russo oggi, sotto il peso delle sanzioni Usa varate venerdì contro funzionari governativi, businessman e società ad essi collegate, ha portato a una grave perdita di capitale tra agli uomini piu' ricchi di Russia. Tra i piu' colpiti ci sono sia gli uomini d'affari finiti nella blacklist americana, che quelli ancora non toccati dalle misure punitive del Tesoro Usa.

Come scrive l'agenzia Rbc, citando gli esperti di Forbes, in un giorno i 50 uomini piu' ricchi di Russia hanno bruciato 11,7 miliardi di dollari. I capitali dei membri della lista Forbes si sono erosi in seguito alla caduta della Borsa di Mosca, dove al massimo del picco negativo, l'indice MOEX (denominato in rubli) ha segnato -9%, mentre l'RTS (in dollari) -10,7%.

A influire sulla situazione, non solo le ultime sanzioni, che il Cremlino ha definito "scandalose" ("Questa storia e' scandalosa data l'illegalita', data la violazione di tutti gli standard" ha detto ai giornalisti il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov) ma anche il crescere di tensioni in Siria e le voci di nuove possibili misure contro Mosca, al vaglio questa settimana a Washington.

Le leader, in termini di perdite, sono le societa' legate all'oligarca piu' colpito dalle sanzioni americane della settimana scorsa, Oleg Deripaska. Il valore delle azioni delle sue Rusal ed En+ sono scese di quasi un quarto, vale a dire 1,3 miliardi di dollari. Gli esperti di Forbes stimano oggi il patrimonio di Deripaska, il cosiddetto re dell'allumino, intorno ai 4 miliardi di dollari, rispetto ai 6,7 miliardi di di quando e' stata pubblicata l'ultima classifica annuale di Forbes.

Sempre 1,3 miliardi di dollari sono stati persi dalla Norilsk Nickel dell'oligarca Vladimir Potanin, che a differenza di Deripaska pero' non e' per ora nella blacklist degli oligarchi che - secondo Washington - "giocano un ruolo chiave a sostegno delle azioni pericolose della Russia". Al terzo e quarto posto, tra i paperoni che piu' hanno risentito di questo lunedi' nero in Borsa, ci sono Viktor Vekselberg (-908 milioni di dollari) e Suleiman Kerimov (-813 milioni di dollari). Entrambi risultano nell'ultimo elenco di sanzionati, annunciato dagli Usa lo scorso 6 aprile.

Consistenti perdite sono state subite anche da: Leonid Mikhelson, a capo della piu' grande societa' energetica privata la Novatek (-755 milioni di dollari); Ghennadi Timchenko (-716 milioni di dollari) che controlla Volga Group con interessi nell'energia, trasporti e costruzioni; Vladimir Lisin (-578 milioni di dollari) della Novolipetsk Steel; Roman Abramovich (-534 milioni di dollari); Vaghit Alekperov (-519 milioni di dollari) e Aleksei Mordashov (-489 milioni di dollari).

Anche la valuta russa ha ceduto fortemente terreno su euro e dollaro: il rublo ha perso il 3,71% del suo valore sull'euro e il 3,5% sul biglietto verde. Il cambio alla Borsa di Mosca vede la moneta europea a 73,95 rubli e il dollaro a 60,05 rubli.

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