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Economia
Ryanair, Calenda: "Indegne minacce ai piloti per lo sciopero"

Continua a tirare un'aria tesa nei rapporti tra la compagnia low-cost Ryanair e i suoi piloti, pronti ad incrociare le braccia in Germania, Italia e Irlanda.

Il sindacato tedesco dei piloti Cockpit ha annunciato uno sciopero che potrà iniziare "da ora in poi in qualsiasi momento". Non c'è dunque una data precisa dell'agitazione in Germania, che comunque dovrebbe risparmiare i passeggeri a ridosso del Natale (tra il 23 e il 26 dicembre). In una nota, i rappresentanti dei piloti hanno precisato che lo sciopero "ha lo scopo di far rispettare la contrattazione collettiva nella regolamentazione di condizioni di lavoro e di retribuzione eque per i piloti" della compagnia low cost irlandese.

Il presidente del sindacato, Ingolf Schumacher, ha parlato di "dumping sociale sistematico" da parte di Ryanair e si è chiesto: "Se non ora, quando ci sarà un'altra possibilità realistica per iniziare (uno sciopero, ndr) con successo?".

La compagnia è reduce dalla difficile stagione delle cancellazioni dei voli, dovute proprio alla necessità di far smaltire ferie arretrate al personale, che in Italia è ancora nel mirino dell'Autorità per il mancato rispetto dei diritti dei passeggeri. Ma quella tedesca non è l'unica battaglia avviata.

Anche in Italia e in Irlanda, infatti, i dipendenti chiedono maggiorei tutele sindacali. I piloti italiani si fermeranno il 15 dicembre, e saranno seguiti a stretto giro anche dai colleghi con base a Dublino: questi ultimi hanno dichiarato sciopero per il 20 dicembre.

I sindacati della madrepatria di Ryanair - non riconosciuti dalla compagnia - hanno già fatto sapere che ulteriori giorni di sciopero verranno indetti se non si raggiungerà un accordo. Secondo l'aviolinea, però, il voto sulla proclamazione dello sciopero, avvenuto lunedì, ha riguardato meno del 28% dei piloti di Dublino. Dal quartier generale è arrivato l'avvertimento a coloro che vorrebbero incrociare le braccia, che perderebbero i turni di lavoro più favorevoli e i benefici retributivi se fossero stati "fuorviati" dallo sciopero. Ma, si legge in un comunicato diffuso in serata, gli assistenti di volo di Ryanair rimandano al mittente le minacce e si uniscono ai colleghi piloti nell'aderire allo sciopero del 15 dicembre su entrambi i turni (mattino e pomeridiano), è ora di cominciare a contrattualizzare tutti i dipendenti Ryanair, Workforce e Crewlink sotto legislazione italiana. Invitiamo tutti i colleghi assistenti di volo - si legge ancora nel comunicato firmato Cabin Crew Ryanair Basi italiane riunite - a scioperare il giorno 15 e la dirigenza a prendere atto che i dipendenti non remeranno più verso l'on time record e verso la più bieca ossessione per le vendite".

I motivi sindacali, più che economici, sono al centro anche della battaglia in Italia. Lo sciopero da noi interesserà tutti i voli in partenza dalle basi italiane ed è stato dichiarato per il riconoscimento ed il rispetto dei diritti previsti dall'ordinamento nazionale italiano e per vedere riconosciuto il diritto dei piloti e degli assistenti di volo di Ryanair operanti stabilmente sulle basi italiane ad essere rappresentati a livello nazionale da propri rappresentanti regolarmente eletti ed organizzati nell'ambito delle associazioni sindacali nazionali. Lo scopo finale dell'azione di sciopero "è l'ottenimento di un contratto collettivo unico che regoli i rapporti di lavoro di tutti i piloti e assistenti di volo Ryanair operanti sulle basi italiane e il superamento delle disparità che oggi caratterizzano i rapporti di lavoro del personale navigante".

Anche in questo caso, una mail inviata dal capo del personale Eddie Wilson allo staff di bordo italiano mostra che la compagnia è pronta a prendere provvedimenti in caso di protesta. Si invitano infatti i dipendenti a non cedere agli inviti dei colleghi di Alitalia che spingono perché l'agitazione abbia successo e di presentarsi regolarmente insieme al resto dell'equipaggio per salire a bordo dei velivoli, il 15 dicembre, e non arrecare danni ai passeggeri. In caso contrario, potrebbero saltare gli aumenti di paga previsti dagli accordi, le promozioni e i trasferimenti richiesti.

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