Von der Leyen e il salario minimo in tutti i paesi Ue? Una cagata pazzesca
Il compianto ragionier Ugo Fantozzi avrebbe definito la proposta per il salario minimo europeo avanzata dalla presidente designata della Commissione europea Ursula von der Leyen come "una cagata pazzesca", per quanto la competenza per delineare tali aumenti rimanga a livello nazionale.
Una cagata pazzesca figlia dell'ennesimo euroburocrate che pretende di legiferare senza minimamente confrontarsi con la realtà o peggio, con piena consapevolezza degli effetti.
Sulla carta sembrerebbe una proposta zeppa di buonsenso, ammiccante e che arriverei a definire quasi populista mentre invece andrebbe ad esclusivo vantaggio dei paesi forti, mettendo ancora più in crisi l'area debole dell'Unione Europea.
Faccio presto a spiegarlo: se dovessimo imporre ai paesi deboli dell'UE un salario minimo maggiore del loro attuale, imporremmo alle imprese di tali paesi maggiori costi di produzione che se riferiti a merci e servizi destinati al mercato interno, causerebbero a cascata un'inevitabile minore richiesta di tali prodotti e servizi che metterebbe in sofferenza le imprese, con impatto negativo sulla competitività e sul PIL.Se l'area UE prevedesse meccanismi inflattivi mirati ai singoli paesi che consentissero l'aumento di tutti gli stipendi indistintamente, essi potrebbero mitigare l'effetto dell'aumento dei costi di produzione e dei prezzi alla vendita.
Visto che invece l'inflazione in area UE è un mostro da combattere dogmaticamente senza necessariamente comprenderne gli effetti positivi, a fronte dell'imposizione di un aumento dei salari minimi e del mantenimento in contemporanea degli attuali obiettivi di compressione del tasso di inflazione in area UE, le imprese dei paesi deboli entrerebbero velocemente in sofferenza e con esse i bilanci degli stessi paesi che le ospitano.Ad avvantaggiarsene sarebbero quindi le imprese risiedenti nei paesi forti, i paesi deboli diventerebbero ancora più deboli e quindi soggetti alle mannaie della Troika, in stile Grecia.
In siffatto scenario, certamente solo ad un complottista potrebbe venire in mente che Ursula von der Leyen alla fine, è tedesca. Purtroppo mi aspetto che gli effetti di tale trappola populista a livello locale non verranno compresi da lavoratori e sindacati.
Essa verrà invece sfruttata a fini propagandistici per rafforzare quell'area politica sino ad oggi dominante che dopo le elezioni europee è uscita con le ossa rotte.Ho anche qualcosa da dire in merito alle altre due affermazioni della von der Leyen nel suo discorso di candidatura alla presidenza UE.Il primo relativo alla parità di quote tra i componenti della Commissione Europea, una boiata che solo un neo-liberale o un socialista neo-marxista potebbe apprezzare.
Alla Commissione Europea, ammesso che abbia un senso mantenerla, ci devono andare persone che se lo meritano, indifferentemente dal loro genere. Sarei il primo a sottoscrivere una commissione tutta in quote rosa, a patto che esse esprimessero qualità di eccezione.
Il secondo invece è relativo alla volontà di voler imporre emissioni ambientali di CO2 pari a zero entro il 2050. Anche in questo caso sono obiettivi di propaganda irrealistici non solo perchè tecnicamente ancora non realizzabili ma anche perchè imporrebbero a tutti gli abitanti dell'UE (umani ed animali) di smettere di respirare. Ma forse è proprio questo il piano a lungo termine...
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