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Economia
Retribuzioni in recessione (-0,3%) e Nord Italia in stallo
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JP SALARY OUTLOOK 2019 - L’ANALISI DEL MERCATO RETRIBUTIVO ITALIANO

Uno studio JP SALARY OUTLOOK 2019 condotto da Job Pricing e Spring Professional rivela la condizione attuale delle retribuzioni italiane del settore privato. A preoccupare è quanto emerge dallo studio: una diminuzione delle buste paga nel 2019 con un particolare rallentamento del Settentrione.

 

Lo studio semestrale dell'Osservatorio JobPricing in collaborazione con Spring Professional sullo stato dell'arte delle retribuzioni italiane del settore privato. 

 

I SALARI IN ITALIA

  • 2018 - L’Italia è al 9° posto tra i 17 Paesi della zona Euro nella classifica OCSE: (p.5) nel 2018 un lavoratore dipendente italiano ha percepito una RAL media di 29.278 € (dato JobPricing, in linea con il dato OCSE di 29.214 €) che è la metà di quella del Lussemburgo (in vetta alla classifica) e del 25% inferiore alla Francia (subito sopra in classifica)
  • 2018 - RAL in formazione 4-3-2-1: (p.6) un dirigente ha una RAL di circa 4 volte superiore a quella di un operaio, di circa 3 volte maggiore a quella di un Impiegato, di circa due volte quella di un quadro.
  • 2017-2018 Stagnazione delle retribuzioni: (p.8) (p.11) variano di pochissimo (-0.3%), e in negativo, le retribuzioni per tutti gli inquadramenti, tranne che per i quadri che registrano uno 0,2 % in positivo. Si conferma così una dinamica negativa già registrata a partire dal 2017.
  • 2014-2018 - RAL: (p.10-15-17) in un contesto generale di crescita molto contenuta rilevato negli ultimi 5 anni (+2,1%), sono stati gli Operai a registrare il trend più positivo (+4,5%), mentre si è visto un forte calo dei Dirigenti (-4.8%). Queste dinamiche negative sono state parzialmente compensate da una dinamica dell’inflazione stagnante o addirittura negativa, che ha consentito di preservare il potere di acquisto.
  • I bassi livelli di produttività bloccano gli stipendi: (p.12) la crescita salariale in Italia è fra le peggiori dell’OCSE da parecchi anni. Nel dato pubblicato nel 2017 siamo appena allo 0,1% per quanto concerne il salario per ora lavorata. In area Euro peggio di noi solo la Finlandia, dove però gli stipendi sono notevolmente più alti. La ragione principale di questo blocco salariale, dicono gli economisti OCSE, risiede nel fatto che da ormai un decennio la produttività in Italia è ferma e di conseguenza toglie spazio per incrementi significativi delle retribuzioni.
  • 2018 – Dopo 5 anni in crescita, si ferma anche la RGA: (p.15) sebbene negli ultimi 5 anni la RGA (Retribuzione Globale Annua) sia aumentata costantemente (+5,6%) grazie ad una maggiore diffusione di elementi variabili della retribuzione e a un incremento degli importi ad essi collegati per tutte le categorie contrattuali (ad eccezione dei dirigenti), nel 2018, per la prima volta in 5 anni, si è registrata una battuta di arresto (-0,6%). La riduzione ha di fatto colpito in modo omogeneo tutti i lavoratori.
  • 2018 – La sperequazione delle retribuzioni resta molto forte: (p.18) i redditi oltre i 100.000 € sono al di sotto dell’1% dei lavoratori; solo il 6,4 % ha una retribuzione lorda annua superiore a 40.000 € e il 56% degli italiani guadagnano tra i 23000 € e i 31000 €. Se paragoniamo la retribuzione media del paese top in area Euro (il Lussemburgo, con una retribuzione di poco superiore a 63000 €) poco più dell’1,5% dei lavoratori italiani raggiunge tale livello.
  • 2018 - I vertici aziendali guadagnano in media quasi 10 volte di più dei profili meno pagati: (p.20) considerando solo la RAL il fattore moltiplicativo è di 8,1, mentre considerando RGA il fattore sale a 9,6.
  • 2019 – Stipendi e reddito di cittadinanza: l’offerta è congrua? (p.21-22-23) il valore del reddito di cittadinanza (780 €) equivale ad un lavoro part-time tra il 58% ed il 63% se si considerano i principali CCNL. Il valore della c.d. “proposta congrua”, quella per cui il destinatario di reddito di cittadinanza deve accettare un’offerta di lavoro (858€) si colloca invece ad un part-time tra il 69% e il 75%. Poiché la proposta per essere congrua deve prevedere un lavoro con orario non inferiore all’80% dell’ultimo contratto di lavoro, l’effettivo rispetto di tutte le condizioni per l’uscita dal sussidio appare molto problematica.

 

 

DIFFERENZE TERRITORIALI

  • 2018 - Nel nord Italia si guadagna il 15% in più di quello che si guadagna al sud, dove però il trend dell’ultimo anno è migliore (p.26) le retribuzioni al Sud e Isole sono cresciute del 2%, mentre sono calate dell’1,5% al Nord. Tuttavia, la differenza retributiva resta molto ampia (circa 4000 € in media a favore del Nord).
  • 2018 - La Lombardia è prima in Italia per retribuzioni, la Basilicata è ultima in classifica: (p.28) a nord il podio è occupato da Lombardia (primo posto), Trentino II, Emilia-Romagna III, al centro Lazio I, Toscana II, Marche III. Sud e Isole: Abruzzo I, Campania II, Puglia III. Il trend migliore si registra in Abruzzo (+2,7%), quello peggiore in Piemonte (-1,4%).
  • La Lombardia è la regione che paga di più Dirigenti e Impiegati rispetto al resto d’Italia, il Trentino-Alto Adige è il top per gli operai: (p30-31) in Lombardia i dirigenti guadagnano in media 102.673 € (con uno stacco di 1577 €, pari al 2% in più, rispetto alla media nazionale di 101.096€), gli impiegati 32.255 € (con uno stacco di 1.485 €, pari al 5% in più, rispetto alla media nazionale: 30.770€). In Trentino A.A. gli operai percepiscono una RAL di 26.645€ (con uno stacco di 1.865€, pari all’8% in più, rispetto alla media nazionale: 24.780€)

 

RETRIBUZIONI PER INDUSTRY

  • A livello di macro-settori i servizi finanziari sono quelli con le retribuzioni migliori, l’agricoltura è in fondo alla classifica: (p.33) tra finanza e settore primario ci sono 17000 € di differenza (oltre 41000 € vs. circa 24.000)
  • Il trend migliore nei macro-settori è per le Utilities, il peggiore per l’edilizia: (p.35) le Utilities crescono del +0.9%, mentre l’edilizia cala specularmente del –0,9% confermando una crisi conclamata che si riverbera anche sugli stipendi
  • 2017-2018 Il settore Utilities registra il trend positivo più alto, mentre Industria e Edilizia registrano i trend più bassi (p33)
  • A livello di Industry “Banche e Servizi Finanziari”, “Farmaceutica” e “Oil & Gas” sono in testa, mentre “Servizi alla persona”, “Agricoltura, allevamento, silvicoltura e pesca” e “Hotel, bar e ristorazione” sono in fondo: (p.36) fatta 100 la retribuzione media in Italia (29.278) il comparto finanziario ha un indice di 144,6, quello farmaceutico di 134,8 e quello Oil & Gas di 129,2. I servizi alla persona, l’agricoltura e l’HORECA sono tutti al di sotto di 90.
  • 2017-18 IL trend migliore nelle Industry è per Gomma e Plastica, il peggiore per il Farmaceutico: (p.38) “Gomma e plastica” registra il trend positivo più alto pari al 2% mentre “Farmaceutica quello più basso pari a -1.9%
  • La differenza retributiva tra Micro-Azienda e Grande-Azienda è in media del 42,6 %: (p.41) si passa da una RAL media di 25.779 € per le micro a una RAL media di 36.764 € per le grandi.
  • 2017-2018 significativo decremento della RAL dei Dirigenti nelle medie imprese: (p.43) si passa da una RAL di 103.776 € nel 2017 a una di 100.372 € nel 2018 (-3-3%).

 

GENERE, ETA’ & ISTRUZIONE.

  • 2017 – 2018 Gender pay gap stabile al 10 %: (p.45) pur registrando un lieve miglioramento (0.4%) la differenza retributiva tra uomini e donne si aggira attorno ai 2.750 € in favore dei primi. Il divario può essere quantificato immaginando che le donne inizino a guadagnare, rispetto ai colleghi uomini, dalla seconda settimana di febbraio.
  • La differenza di genere colpisce di più nei lavori meno qualificati: (p.45) il divario uomo-donna maggiore è fra gli operai, pari al 10,6 %, seguono Impiegati al 9,5% e Dirigenti con un gap dell’8,2%
  • Solo il 26% dei profili manageriali sono occupati da donne: (p.46) le donne sono solo il 29% fra quadri e il 15% fra i dirigenti.
  • L’Italia è al 17° posto in area UE per gender pay gap: (p.46) secondo EUROSTAT le donne guadagnano meno perché lavorano meno ore e anche perché la loro paga oraria è inferiore. L’Italia da questo punto di vista si colloca al 17° posto in Europa con un delta del 20,7%. Unica consolazione la Germania, in fondo alla classifica è messa peggio con un gap del 23% (ma con retribuzioni nominali ben più alte)
  • Il Gap generazionale fra chi sta per chiudere la propria carriera lavorativa e chi sta per iniziarla è di oltre il 45%: (p.48) questo è dovuto alle normative contrattuali, alla valorizzazione dell’esperienza e ai percorsi di carriera. Le crescite retributive più consistenti si hanno fra i 35 e i 44 anni per i vertici aziendali e fra i 25 e i 44 anni per impiegati e quadri (p.49)
  • 2017-2018 Sono i giovani i più penalizzati in termini di trend retributivo fra 2017 e 2018: (p.50) con un trend che è diminuito del -4.2% per i dirigenti, di -0.8% per quadri e -0.5% per impiegati. Tuttavia i giovanissimi operai sono gli unici ad aver registrato un trend lievemente positivo dell’1.6%
  • Mediamente un laureato guadagna il 43,2% in più rispetto a un lavoratore privo di titolo accademico: (p.51) il gap retributivo è evidente quando il percorso di studi viene portato avanti almeno fino al master di primo livello o laurea magistrale. Non ci sono differenze retributive sostanziali tra chi prende la laurea triennale e chi, invece, ha un diploma di maturità o qualifica professionale.

ALESSANDRO FIORELLI (CEO, JOBPRICING): “Purtroppo la rilevazione del 2° semestre 2018 conferma che nel nostro paese le retribuzioni sono ferme (-0,3%). Secondo i dati del ns. Osservatorio, per la prima volta negli ultimi 5 anni anche la RGA (Retribuzione Globale Annua), che comprende la parte fissa più gli eventuali premi variabili, ha smesso di crescere ed anzi s’è leggermente ridotta (-0,6%). Visto che i prezzi sono aumentati (+1,1%) di fatto il 2018 ha visto il potere di acquisto dei lavoratori diminuire. Il dato più significativo, in questo contesto generale, è che il trend peggiore ha riguardato il motore del paese: le regioni del Nord, compresa la zona di Milano e la Lombardia. Anche dal nostro punto di osservazione, quindi, non pare infondato il recente invito del vertice di Assolombarda per una revisione della Manovra 2019, che si concentri soprattutto su misure a favore dell’abbattimento del cuneo fiscale dei lavoratori”.

 

GIUSEPPE GUERRA (EXECUTIVE DIRECTOR SPRING PROFESSIONAL) :“Purtroppo la rilevazione del 2° semestre 2018 conferma che nel nostro paese le retribuzioni sono ferme (-0,3%). Secondo i dati del ns. Osservatorio, per la prima volta negli ultimi 5 anni anche la RGA (Retribuzione Globale Annua), che comprende la parte fissa più gli eventuali premi variabili, ha smesso di crescere ed anzi s’è leggermente ridotta (-0,6%). Visto che i prezzi sono aumentati (+1,1%) di fatto il 2018 ha visto il potere di acquisto dei lavoratori diminuire. Il dato più significativo, in questo contesto generale, è che il trend peggiore ha riguardato il motore del paese: le regioni del Nord, compresa la zona di Milano e la Lombardia. Anche dal nostro punto di osservazione, quindi, non pare infondato il recente invito del vertice di Assolombarda per una revisione della Manovra 2019, che si concentri soprattutto su misure a favore dell’abbattimento del cuneo fiscale dei lavoratori”.

 

Per ulteriori approfondimenti: https://stipendiogiusto.jobpricing.it/

 

 

 

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