Fondatore e direttore
Angelo Maria Perrino

Save, Benetton sentono l'odore del sangue fra Marchi-de Vido e comprano il 20%

Aeroporti, ad Atlantia va il 21,3% del capitale di Save per 174 milioni di euro. Le mosse dei Benetton che continuano la loro espansione negli scali

Alessandro Benetton (1)

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Un tempismo (di mercato) perfetto. E in Veneto di facile lettura, che fonti bancarie nordestine confermano ad Affaritaliani.it. Il blitz con cui i Benetton hanno acquistato, tramite Atlantia, il 21,3% del capitale di Save, società concessionaria della gestione del sistema aeroportuale di Venezia e Treviso (e che in più detiene il 40,3% dell'aeroporto Catullo che gestisce gli scali di Verona e Brescia e ha anche il 27,65% dell'aeroporto belga di Charleroi), da San Lazzaro Investments Spain (controllata dal fondo Amber Capital) per 174 milioni di euro (cifra che potrebbe salire) è da leggersi in relazione all'imminente scioglimento del sodalizio fra Andrea de Vido ed Enrico Marchi in Finint, il salotto finanziario nordestino posseduto in maniera paritetica dai due manager e che a cascata, fra i suoi asset di pregio, ha anche il 51% di Save tamite il veicolo Marco Polo Holding

Secondo i rumors raccolti, vista la richiesta di de Vido, a cui la nuova gestione Atlante di Veneto Banca avrebbe chiesto il rientro di buona parte degli affidamenti personali (minacciati da alcuni investimenti non fortunati tra cui i subordinati di Banca Etruria), a Marchi di liquidare la propria parte per far fronte alle esigenze di liquidità, è molto probabile che le operazioni di dismissioni interessino in ultima battuta anche la catena di controllo di Save e Save stessa, con il risultato di far diventare il gruppo contendibile. Prospettiva che non può non far gola ai liquidissimi Benetton, freschi di investimento miliardario (in consorzio con Edf ha acquistato il 60% per 1,2 miliardi di euro) nel profittevole scalo aeroportuale di Nizza tramite il braccio societario dell'impero di Ponzano Veneto attivo nel business infrastrutturale: Atlantia. 

Dopo la cessione di asset non più “strategici” come Word Duty Free o la quota in Pirelli, la famiglia nordestina è a caccia di investimenti in cui far fruttare la liquidità miliardaria che ha in cassa e il business degli aeroporti è uno dei suoi pallini (soprattutto all'estero). Tramite Atlantia, i Benetton controllano infatti anche Adr, la società che gestisce lo scalo romano di Fiumicino nel cui capitale presto entreranno nuovi soci internazionali. 

Al netto delle attività di 21 Investimento del rampollo Alessandro (figlio di Luciano), i Benetton, che dal 2014 hanno fatto un passo indietro nella gestione concreta dell’omonimo gruppo di abbigliamento tuttora controllato al 100% tramite Edizione Srl, hanno interessi che spaziano dalla ristorazione (59% di Autogrill, mentre il 50,1% di World Duty Free, nato da uno scorporo dalla stessa Autogrill, è stato ceduto lo scorso anno alla svizzera Dufry per 1,3 miliardi di euro, in linea coi valori di libro) all’immobiliare (100% di Maccarese, acquisita per 93 miliardi di vecchie lire nel 1998). E dai media (piccole partecipazioni in Rcs, Il Sole 24 Ore e Caltagirone Editore) alle infrastrutture e servizi (in primis il 30,2% di Atlantia, ma anche il 32,7% di Eurostazioni e il 96% di Aeroporti di Roma).

 


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