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Economia
Savona: "Draghi cambi lo statuto Bce. Italexit? Potremmo non decidere noi"
Foto LaPresse

"Se alla Bce non vengono affidati compiti pieni sul cambio, ogni azione esterna all'Eurozona che tocchi il dollaro Usa (ma anche, sia pure in minore misura, altre importanti valute) si riflette sull'euro, senza che l'Ue abbia gli strumenti per condurre un'azione diretta di contrasto".

Lo ha indicato il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, in audizione davanti alle commissioni di Camera e Senato sulle politiche Ue in sessione congiunta. "Quando anni addietro il mercato valutario internazionale mostro' sfiducia sulla solidita' del dollaro Usa - ha argomentato Savona - il cambio euro/dollaro balzo' in alto danneggiando le esportazioni europee sensibili al prezzo, incluse ovviamente quelle italiane. Poiche' uno dei motori dello sviluppo europeo sono le esportazioni, l'assenza di pieni poteri della Bce sul cambio causa una situazione in cui la crescita dell'economia dell'eurozona risulta influenzata, se non proprio determinata, da scelte o da vicende che accadono fuori dall'euroarea".

 

Inoltre, "se alla Bce non viene consentito un pieno e autonomo esercizio della funzione di svolgere le funzioni di lender of last resort, prestatore di ultima istanza, indispensabile per una banca centrale, i mercati monetari e finanziari dell'Eurozona, in particolare i debiti sovrani, restano esposti ad attacchi speculativi di diversa origine senza che essa possa agire in contrasto. Una tale lacuna si riflette sugli spread dei tassi dell'interesse interni all'Eurozona creando disturbi anche gravi alla stabilita' finanziaria e fiscale che si trasmettono inevitabilmente alla crescita reale. Se questi attacchi sono alimentati da squilibri strutturali di singole aree, non esistono adeguati meccanismi che li risolvano con decisioni comuni di politica economica".

Per Savona 'occorre, inoltre, attribuire alla Banca Centrale Europea uno Statuto simile a quello delle principali banche centrali del mondo, dove gli obiettivi di stabilita' e di crescita si integrino, e gli strumenti siano i piu' ampi possibili suggeriti dalla dottrina e sperimentati in pratica; e possano essere esercitati in piena autonomia'.Poi un accennano al Piano B di uscita dall'euro: "Mi dicono: 'tu vuoi uscire dall'euro?' Badate che noi potremmo ritrovarci nella situazione in cui sono altri a decidere. Per questo dobbiamo essere pronti a ogni evento". E poi ancora: "Vi è necessità – ha detto - di una stretta connessione tra architettura istituzionale dell'Ue e politiche di crescita se si vuole che l'euro sopravviva".

L'audizione davanti alle commissioni di Camera e Senato sulle politiche Ue in sessione congiunta è anche l'occasione per il ministro degli Affari europei per dare degli eleminti in più sull'ambizioso cronoprogramma delle riforme del governo Conte. Flat tax e reddito di cittadinanza? Prima bisogna aumetare la crescita con gli investimenti, senza far aumentare la spesa corrente e quindi il debito, perchè i mercati non ce lo permetterebbero, èì stato in sostanza il messaggio di Savona.

Le dichiarazioni" su euro e Unione europea "hanno rasserenato il mercato, ma lo spread non scende perché il nostro debito pubblico resta esposto ad attacchi speculativi" e in tutto ciò "gli investitori aspettano di conoscere i programmi su salario di cittadinanza, flat tax e superamento della Fornero", e la "preoccupazione del mercato" è che spesa relativa causi tensioni sul debito. Quindi "giusto o sbagliato che sia, la politica del governo ne deve tenere conto",  ha esordito sul tema Savona.

(Segue...)

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