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Economia
Scandalo Ue, mld a società ammazza-ambiente. Italia tra i top finanziatori

Greenpeace fa emergere lo scandalo, le banche europee finanziano le aziende che minacciano natura e clima

Le istituzioni europee accusate di finanziare, tramite crediti e investimenti, società leader in settori legati alla distruzione degli ecosistemi, come ad esempio quelli lattiero-caseario, della mangimistica o dei biocarburanti. È l'ultima rivelazione di un report pubblicato da Greenpeace e basato sui dati compilati dall’organizzazione di ricerca indipendente Profundo

Dal 2015, anno dell’accordo sul clima di Parigi, le banche europee avrebbero erogato circa 256 miliardi di euro a imprese che mettono a rischio le foreste e altri ecosistemi naturali fondamentali per la salvaguardia del clima del pianeta. I finanziamenti sarebbero andati a società con legami diretti o indiretti di deforestazione in Sud America e nel Sud-Est asiatico.

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Secondo il rapporto, tra il 2016 e l’inizio del 2023, il 22,1% del credito globale e il 9,4% degli investimenti mondiali correnti nei settori che mettono a rischio gli ecosistemi del pianeta, sarebbe riconducibile ad istituzioni finanziarie dell’Unione Europea, comprese quelle italiane. In particolare, le istituzioni finanziarie con sede in Italia avrebbero fornito in questo periodo di tempo un totale di 10,8 miliardi di dollari (pari a 9,9 miliardi di euro) in credito e 2,8 miliardi di dollari (pari a 2,6 miliardi di euro) in investimenti a importanti società che operano in settori che hanno un alto impatto sugli ecosistemi.

Ciò rende il comparto finanziario italiano il quinto maggior fornitore di credito e il settimo maggior investitore in settori che mettono in pericolo gli ecosistemi, tra i paesi dell'Unione europea. In Italia spiccano istituti di credito legati a società coinvolte nella distruzione degli ecosistemi, o ad alto impatto con oltre 8 miliardi di euro versati. Il rapporto sottolinea la necessità di regolamentare il sistema finanziario dell’Unione affinché sia allineato agli obiettivi comunitari di salvaguardia del clima e della biodiversità, a cominciare dalla cessazione di qualsiasi nuova fornitura di servizi finanziari a società che contribuiscono alla distruzione della natura.

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"Il Regolamento UE 2023/1115 per fermare l’importazione di prodotti e materie prime legate a deforestazione (EUropean Deforestation Regulation, EUDR), adottato nel maggio 2023, ha rappresentato un importante primo passo per ridurre l’impatto del consumo dell’Unione Europea, ma la legislazione attuale non contempla i flussi finanziari legati alla distruzione degli ecosistemi", dichiara Martina Borghi, campagna Foreste di Greenpeace Italia.

"La revisione prevista entro giugno 2025 rappresenta un’opportunità cruciale per colmare questa lacuna. Se questa opportunità verrà ignorata" continua la Borghi, "l’Ue si troverà in una situazione paradossale in cui il suo settore finanziario continuerà a facilitare e trarre profitto dalle attività distruttive di società che producono, lavorano e riforniscono il mercato globale di prodotti legati alla distruzione degli ecosistemi, mentre l’EUDR vieta la vendita di questi stessi prodotti nell’Unione".






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