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Economia
Snam, firmato accordo per lo sviluppo del biometano
Marco Alverà, AD Snam

Snam, CIB, Confagricoltura, Eni, FPT Industrial, IVECO, New Holland Agriculture hanno siglato oggi a Roma l’Accordo di cooperazione per sostenere l’attuazione degli obiettivi del decreto sul biometano, che rappresenta una grande opportunità di crescita per il Paese trattandosi di una energia rinnovabile, pulita, programmabile e flessibile.

L’intesa è stata siglata da Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, Piero Gattoni, Presidente del CIB, Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, Carlo Lambro, Brand President di New Holland Agriculture e Amministratore Delegato CNH Industrial Italia, Giacomo Rispoli, Direttore Portfolio Management&Supply and Licensing di Eni, Annalisa Stupenengo, Amministratore Delegato FPT Industrial e Membro del Global Executive Committee di CNH Industrial, e Michele Ziosi, Direttore Relazioni Istituzionali CNH Industrial.

Un accordo di filiera del settore agricolo e industriale, a poco più di un anno dall’emanazione del decreto 2 marzo 2018 sulla promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti, che si inserisce non solo nel raggiungimento del target sulle energie rinnovabili nei trasporti al 2020, ma si proietta già nel percorso di decarbonizzazione previsto dalla strategia Clima Energia. Quest’ultima, in particolare, fissa nuove sfide per la mobilità sostenibile prevedendo di raggiungere una quota rinnovabile del 21,6% al 2030, contribuendo contemporaneamente alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e al contrasto ai cambiamenti climatici.

Marco Alverà  ha messo in evidenza: “Questo accordo è un nuovo e importante passo per il consolidamento della filiera italiana del biometano, un obiettivo sul quale Snam è fortemente impegnata con un programma di investimenti di almeno 200 milioni di euro al 2022 tra infrastrutture per il biometano e per la mobilità sostenibile. Siamo convinti che il biometano, e in generale il gas rinnovabile, avrà un ruolo determinante nel raggiungimento degli obiettivi climatici in Italia e in Europa e nello sviluppo della filiera agricola italiana, in un’ottica di economia circolare”.

I biogas, come del resto tutti i biocarburanti, rappresentano per Eni uno dei pilastri fondamentali del processo di decarbonizzazione del ns pianeta. Abbiamo iniziato già da alcuni anni il nostro importante percorso trasformando la raffineria di Venezia (primo esempio al mondo) da oil refinery in bio refinery di oli vegetali per la produzione di green diesel. Una seconda (bioraffineria di Gela) si aggiungerà alla fine del prossimo mese." sottolinea Giacomo Rispoli  ,aggiungendo:  Ora dopo la bioraffinazione degli oli vegetali degli oli fritti e dei grassi animali è la volta della bioraffinazione del gas, che trasformeremo in biometano e lo andremo a distribuire in forma compressa o liquefatta attraverso l’attuale rete di vendita Eni ed in quei nuovi distributori che andremo a costruire. Grazie a questo accordo ed a quelli già sottoscritti, inizieremo a studiare una serie di business cases con gli imprenditori agricoli con l’obiettivo di trasformarli presto in realtà produttive di biometano

In tale contesto il biometano, con una produzione oggi stimabile al 2030 di 8 miliardi di metri cubi, riveste un ruolo fondamentale per raggiungere il previsto obiettivo dell’8% per i biocarburanti avanzati, sostenendo anche il sistema gas, che giocherà un ruolo indispensabile nella transizione del sistema energetico nazionale.

Tutto ciò in armonia con i nuovi indirizzi UE per un’economia sempre più circolare attraverso l’utilizzo di effluenti zootecnici, residui, sottoprodotti delle attività agricole e agroalimentari e di colture di integrazione che deve essere promosso, sia nella produzione di biometano, sia nel successivo utilizzo del digestato nella fertilizzazione dei suoli, in modo da valorizzare le risorse organiche, avere imprese sempre più competitive e creare nuovi posti di lavoro nelle zone rurali. Non è un caso che la filiera del biogas-biometano risulti uno dei settori a maggiore intensità occupazionale nel contesto delle energie rinnovabili e che abbia già favorito la creazione di oltre 6.400 posti di lavoro permanenti nel nostro Paese.

Si avvia così una importante collaborazione nell’ambito della mobilità sostenibile, con nuove iniziative e progettualità sul biometano rivolte alle imprese della filiera, alla Pubblica amministrazione, all’informazione dei cittadini, alla ricerca e sviluppo. L’obiettivo è quello di mettere in campo tutte le possibili sinergie nell’ambito della mobilità sostenibile, promuovendo in particolare l’uso di biometano avanzato prodotto da matrici agricole, zootecniche, agroindustriali, rafforzando ulteriormente sia la filiera tecnologica ed industriale, già presente nel settore della mobilità a gas, sia quella agro-energetica, che nel biogas è una delle più importanti in Europa e nel mondo. 

L’Italia vanta, infatti, una filiera industriale del gas naturale nel settore trasporti che rappresenta un’eccellenza sia dal punto di vista tecnologico sia ambientale, riconosciuta a livello mondiale e che può far leva sulla rete di trasporto più estesa e capillare d’Europa, lunga oltre 32 mila chilometri.

L’Italia, forte di una tecnologia consolidata e all’avanguardia nel mondo, è il primo mercato europeo per i consumi di metano per autotrazione, con circa 1,1 miliardi di metri cubi consumati, circa 1 milione di veicoli attualmente in circolazione e oltre 1.300 distributori. E molto ancora si può fare nel trasporto stradale, navale e nello stesso settore agricolo, includendo anche le macchine agricole per le quali sarà opportuno individuare strumenti e strategie di sostegno. Con la sigla dell’accordo si vuole anche mantenere alta l’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica, perché occorre ancora superare una serie di ostacoli burocratici che non permettono di liberare tutte le potenzialità oggi presenti nei territori e che rischiano di non rendere attuabile anche l’attuale decreto sul biometano, che ha sostituito il precedente provvedimento del 2013. Già oggi, ad esempio, il biometano può contare su un potenziale, valutato sulla base della produzione elettrica da biogas, di circa 2,5 miliardi di metri cubi, ma alcune interpretazioni del DM 2 marzo 2018 e delle relative Procedure applicative GSE frenano la riconversione degli impianti. Per questo, come ribadito anche nell’accordo, occorre creare una cabina di regia con i rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali per favorire lo sviluppo graduale e continuo del biometano a beneficio dell’intera collettività e della tutela dell’ambiente.

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