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Economia
Borse, speculazione seriale. I consigli

Dall’inizio del mese di dicembre 2015 è in corso un attacco speculativo, del tutto inatteso e molto violento, sulle principali piazze borsistiche mondiali; tale movimento è stato generato nel periodo di minore presenza degli operatori sui mercati finanziari, ovvero quello delle chiusure dei bilanci delle banche e degli operatori del risparmio gestito.

Anche al termine dell’anno 2014 abbiamo vissuto un analogo andamento dell’indice FTSEMIB (ribasso corposo nel mese di dicembre fino alla prima settimana di gennaio): tuttavia, nei tre mesi successivi il mercato azionario italiano ha realizzato una performance positiva del 33%, confermando poi i livelli massimi dell’anno anche nel mese di luglio.

La "serialità" di questi movimenti può non avere alcun significato, ma a mio parere ci sono delle buone ragioni per credere che anche il recente movimento ribassista sia legato alla pura speculazione (oramai le guerre si combattono con i soldi e non con le armi) e non a reali timori sui dati dell’economia reale o sulla sostenibilità degli utili delle aziende.

Più in particolare:

1. La Federal Reserve, dopo otto anni, ha recentemente rialzato (simbolicamente) i tassi di interesse motivando tale decisione sulla solidità della crescita dell’economia statunitense e sulla bassa probabilità di rischi di natura geopolitica tali da provocare una contrazione dell’economia globale, anch’essa in salute; il PIL mondiale, secondo le stime della World Bank, è previsto in crescita del 3% circa sia nel 2016 che nel 2017. Se dunque la FED avesse avuto timori di una futura contrazione dell’economia globale (o di una correzione violenta dei mercati finanziari) non avrebbe mai rialzato i tassi di interesse.

2. L’Europa, secondo polmone del mondo, dopo anni di rallentamento e di recessione vissuti da alcuni dei Paesi periferici (Italia in particolare) presenta anch’essa importanti segnali di ripresa nel settore manifatturiero, dei servizi, nei consumi e nell’occupazione. Il PIL europeo è previsto in crescita dell’1,7% sia nel 2016 che nel 2017. Per l’Italia si stima una crescita del PIL dell’1,4% sia nel 2016 che nel 2017.

3. Le preoccupazioni sulla Cina, altro grande polmone del mondo, sono del tutto assurde: si parla di un "rallentamento" dell’economia cinese nel 2015 facendo riferimento a un tasso di crescita atteso del PIL del 7% annuo, dimenticando che questo Paese ha raddoppiato il proprio Prodotto Interno Lordo negli ultimi sette anni e che il solo incremento del PIL previsto nel 2015 è pari a circa l’80% dell’intero PIL italiano. A titolo di cronaca, se il PIL cinese crescesse a un ritmo del 5% nei prossimi 14 anni, la grandezza finale sarebbe pari al doppio del PIL attuale.

4. Il forte ribasso del prezzo del petrolio, tornato ai livelli del 2003, rappresenta un notevole vantaggio per l’economia reale, stimolando i consumi e, di conseguenza, la crescita globale. Pochi oggi ricordano che nel 2002 il prezzo del petrolio era al di sotto di 20 dollari al barile contro i 31 dollari attuali e che quei valori hanno dato un fortissimo stimolo all’economia mondiale e ai mercati finanziari che, nei cinque anni successivi, hanno vissuto un ciclo tra i migliori degli ultimi decenni.

5. Gli esperimenti nucleari in nord Corea, con tutto il rispetto, non porteranno alla fine del mondo e non giustificano alcun crollo dei mercati finanziari.

Nei periodi agosto/settembre e dicembre/gennaio, sia nel 2014 che nel 2015, si è dunque scatenata la speculazione sul "nulla" (Grecia, Cina e stress test nel 2014, ancora Grecia, ancora Cina e Nord Corea nel 2015); la realtà di oggi è che il mondo è in crescita e che i prezzi delle principali aziende quotate riflettono delle opportunità di acquisto coerenti con utili del tutto sostenibili.

In definitiva, è a mio parere plausibile che, analogamente a quanto accaduto negli ultimi due anni, in questi giorni possa partire un movimento rialzista sul nostro indice borsistico e che, questa volta, il trend sia destinato a proseguire nel medio termine in quanto sostenuto dai valori reali delle aziende e dell’economia.

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speculazione seriale





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