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Economia
Spread, tranquilli: non esploderà. Ora l'Italia se la gioca. Parla l'analista
LaPresse

Una cosa è certa. A meno di un dato sulla crescita italiana con il segno meno per il quarto trimestre che farebbe scattare le preoccupazioni dei mercati finanziari sulla reale sostenibilità del debito pubblico del nostro Paese, lo spread Btp-Bund più di quota trecento e rotti punti base non dovrebbe aumentare. Attenzione, non c'è da star allegri, perché per le finanze pubbliche italiane ciò significa in circa tre miliardi e mezzo di euro in più di interessi sul debito per il 2019 (e, quindi, meno risorse future da destinare a politiche fiscali espansive) e prestiti bancari per imprese e famiglie più cari. Quindi, contrazione del credito, il che vuol dire ipotecare piccole percentuali preziose di aumento del Pil. 

borsa
 

Ma scenari tipo 9 novembre 2011, in cui il differenziale fra i decennali del Tesoro e gli omologhi tedeschi schizzò a 574 per l'avvitamento dei Btp sul mercato secondario a seguito dello scoppio del caso Italia, sono da scongiurare. Come, quindi, anche le previsioni di precipizio imminente  per il nostro Paese di molti commentatori. 

La bocciatura del documento programmatico di Bilancio del governo italiano per il 2019 da parte della Commissione Europea è già stata prezzata da Piazza Affari che, dopo il calo di ieri, ha rimbalzato (1,41%), grazie alla buona intonazione del settore bancario. Comparto legato a doppio filo all'andamento dello spread che ha pure fatto spallucce (è ripiegato sotto 310 punti base), come l'equity, alla futura procedura d'infrazione che Bruxelles aprirà nei confronti del nostro Paese. 

LP 8013772
 

"Per ora l'impatto sembra essere dovuto al fatto che a questi prezzi degli asset, i mercati scontavano già una risposta di questo tipo da Bruxelles. Da quando maggio a ottobre, quando poi è stata presentata la legge di bilancio, gli investitori si sono già posizionati sul secondario su scenari di questo tipo", spiega ad Affaritaliani.it Vincenzo Longo, investment analyst per IG Markets interpellato subito dopo il suono della campanella di chiusura di Borsa.

La fiammata di ieri dello spread a oltre 330 basis point e la penalizzazione degli asset italiani sono dovuti più al pessimo umore che si respira alla Borsa più grande del mondo che influenza gli investitori, Wall Street, listino (che oggi è rimbalzato, ma in modo timido a conferma che il movimento ribassista è strutturale) dove il tech, dalle valutazioni stellari, ha innescato una correzione dovuta al rallentamento dell'economia globale (anche in Europa la locomotiva Germania ha innescato la retromarcia). E in un momento di timore sul mercato "si innescano movimenti di flight to quality di fondo", aggiunge Longo, movimenti che vedono l'obbligazionario e l'azionario italiani finire dietro alla lavagna per il deficit in ampiamento che espone i conti pubblici italiani a future buriane e deragliamenti dell'economia. In una parola sola, il nostro Paese è meno resiliente alla crisi.

di maio salvini ape
 

"Ma ora - aggiunge Longo - il problema non è la multa a cui potrebbe andare incontro l'Italia che potrebbe essere esigua, quanto la sostenibilità del nostro bilancio pubblico, sostenibilità che se messa in discussione va poi ad impattare sul differenziale Btp-Bund e sulle banche". Però, a meno di recessione in arrivo nel quarto trimestre e per il prossimo anno, congiuntura che per il momento non è all'orizzonte, lo spread non farà tornare la tachicardia agli italiani.  

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