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Economia
Srm-Intesa Sanpaolo, l'economia del mare è un'opportunità per la Sicilia

Le vie del mare costituiscono degli asset fondamentali per lo sviluppo del territorio palermitano e della Sicilia. La regione vanta un sistema marittimo con oltre 22mila imprese, l’11% del totale nazionale; Palermo è la sesta provincia italiana per valore aggiunto prodotto dall’economia del mare ed il suo porto si conferma come home port nel segmento delle crociere. Da qui la necessità di puntare su quelle scelte strategiche che rappresentano la sua vocazione, senza tuttavia la perdita dello status di porto polifunzionale, sul turismo e sulla logistica, soprattutto in vista della realizzazione delle Zone economiche speciali. Queste le condizioni per costruire il “porto del futuro” che si rilevano nel Rapporto “Italian maritime economy” di Srm (centro studi legato a Intesa Sanpaolo) presentato a Palermo.

Per Pierluigi Monceri, direttore regionale Lazio, Sardegna e Sicilia di Intesa Sanpaolo (nella foto), “l’economia del mare costituisce insomma un asset di crescita e sviluppo sempre più strategico e la connessione tra tutti gli attori coinvolti deve essere sempre più forte. Soprattutto perché i competitor sono sempre più agguerriti”. E a tale proposito ha rilevato  il sostegno di Intesa Sanpaolo al settore dei trasporti e della logistica “convinta che imprese e infrastrutture di questo settore rappresentino un patrimonio dell’Italia e, nel caso specificodi Palermo e della Sicilia”.

A sua volta Alessandro Panaro, responsabile Maritime&Energy di Srm ha affermato che il Mediterraneo sta lanciando nuove sfide per i porti italiani. “L’aumento della dimensione delle navi, che diventa sempre più incalzante; il raddoppio del canale di Suez che sta segnando incrementi percentuali elevati in termini di merci in transito via mare che ormai fanno segnare quasi 1 miliardo di tonnellate; le politiche sempre più aggressive dei Paesi del Middle East e North Africa in termini di attrazione di investimenti attraverso Free Zone che prevedono incentivi alle imprese molto appetibili, sono le nuove sfide. Ne deriva che bisogna iniziare per le nostre infrastrutture un percorso verso orizzonti di competitività fornendo certezza in termini di assegnazione delle risorse per gli investimenti, dando una significativa sterzata ai meccanismi burocratici che incidono sulle procedure di imbarco e sbarco delle merci e, non ultimo, incentivare un rafforzamento generale dell’innovazione portuale, tecnologica e organizzativa”.

Palermo e Sicilia                                                                                                                                                       Nel 2018 il porto di Palermo ha movimentato circa 7,4 milioni di tonnellate cargo con una crescita del 5,7% rispetto al 2017, l’import-export marittimo della regione è pari a 22,3 miliardi di euro (+18% sul 2017). A dare valore ai traffici commerciali del capoluogo regionale è soprattutto il ro-ro che rappresenta l’89% dell’intero traffico commerciale dello scalo e arriva a 6,6 milioni di tonnellate (+4,4% sul 2017 e +23% sul 2014). Il ro-ro è un settore che consente al Paese di ridurre l’inquinamento e l’incidentalità (i tir viaggiano più sicuri sulle navi) e rappresenta un significativo veicolo del nostro export. Attraverso le Autostrade del mare Palermo è collegata con servizi regolari con i porti di Genova, Civitavecchia, Napoli, Livorno, Salerno, Tunisi, Barcellona e isole minori. Per Srm occorre evidenziare il potenziamento negli ultimi anni dei servizi verso le isole minori, in particolare Ustica e le nuove linee tutto merci che affiancano le unità ro-pax (ovvero miste, merci-passeggeri).

Le crociere: valore per l’Italia e Palermo                                                                                                                Con 578mila passeggeri, Palermo è il settimo porto italiano nel settore crocieristico. Nel 2019 è atteso un traffico crocieristico record nei porti italiani, nei quali giungeranno 11,9 milioni di crocieristi con un aumento del 6,8% sul 2018. I presupposti di questo brillante risultato sono le nuove mega-navi che visiteranno l’Italia. In aggiunta, occorre considerare il ruolo svolto dai grandi porti che si stanno cercando di migliorare servizi e programmazione degli attracchi. Per quanto riguarda gli investimenti sui terminal crociere, gli scali nazionali hanno in programma circa 200 milioni di euro nel triennio 2019-2021, di cui il 74% in infrastrutture. Secondo stime, Palermo manterrà costante nel 2019 il suo traffico passeggeri e le toccate nave (150) e si conferma il secondo porto più destagionalizzato d’Italia (dopo Savona) con solo il 39,5% dei crocieristi che transitano nei mesi estivi.

Le zone economiche speciali.

Srm evidenzia che la Zes impatta sul territorio su tre indicatori principali: export, investimenti e traffico portuale con questi dati economici. Da un’analisi su un panel di free zone risulta un aumento dell’export (quindi del business per le imprese) fino al 40% in più rispetto a quello generato sul territorio. Per quanto riguarda gli investimenti, le risorse pubbliche hanno un effetto moltiplicativo di 1 a 3: ogni euro di credito di imposta ne attiva ulteriori 2 privati; mentre per il traffico internazionale l’aumento medio annuo è dell’8,4% annuo, superiore all’1,1% del dato nazionale.

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